La Pinacoteca
Civica di Teramo ospita fino al 25 gennaio l’esposizione che ripercorre
l’itinerario artistico del pittore scomparso nel 1988. In mostra in esclusiva
anche i quadri messi a disposizione da collezionisti privati che hanno risposto
all’appello della famiglia
TERAMO – Sono oltre 120 le opere di
Alberto Chiarini in mostra per la prima antologica con cui la città di
Teramo rende omaggio all’artista teramano scomparso prematuramente 26 anni fa.
Un vero e proprio racconto attraverso dipinti, grafiche e immagini provenienti
da istituzioni, collezioni private e dalla stessa famiglia, che raccoglie per
intero l’intenso percorso artistico ed umano di Chiarini: dalle prime originali
sperimentazioni durante il periodo dell’Accademia delle Belle Arti a Roma al
sodalizio artistico con Guido Montauti e l’avanguardia del gruppo “Il Pastore
Bianco” negli anni Sessanta, fino al realismo lirico della maturità.
L’antologica “Alberto Chiarini (1958-1988)”, presentata questa mattina in
anteprima alla stampa, sarà inaugurata al pubblico alle 18.30 e resterà
aperta fino al 25 gennaio 2015 negli spazi della Pinacoteca
Civica di Teramo (viale G. Bovio) che, per l’occasione, sarà interamente
dedicata alle opere dell’artista. La mostra è stata promossa dagli stessi
familiari di Chiarini attraverso l’associazione culturale “Il Prato
Bianco”, in collaborazione con i Musei Civici di Teramo, ed è curata da
Marco Chiarini (regista teramano e figlio di Alberto) e Umberto
Palestini (Direttore dell’Accademia di Belle Arti di
Urbino).
IL PERCORSO
– Il percorso
della mostra inizia con l’esposizione della grande tela “Il ritorno del
figliol prodigo”, gentilmente concessa dalla Biblioteca Provinciale
“M. Dèlfico”. La prima sala della Pinacoteca raccoglie invece i lavori
realizzati all’Accademia di Belle Arti, il significativo bozzetto de “Il
Giudizio Universale” (attualmente conservato nella sede del Comune di
Teramo) risalente all’epoca dell’adesione al “Pastore Bianco” e una serie di
sculture in terracotta e travertino che l’artista creò all’indomani dello
scioglimento del gruppo avanguardista. La seconda sala ripropone quasi
tutti i quadri della storica mostra del 1969 nella Villa Comunale di Roseto
degli Abruzzi, esposizione che raccolse un significativo successo sia del
pubblico che dei critici d’arte. Al primo piano della Pinacoteca,
tre pareti “immortalano” scorci dell’amata
Teramo ma anche la
vena contestatrice e polemica – comunque sempre originale e innovativa –
dell’artista nei confronti delle scelte architettoniche e urbanistiche per lo
sviluppo della città.
Due sale offrono
invece un ampio excursus tra le opere (dal 1969 al 1988) incentrate su
due temi molto cari all’autore: la figura femminile e le nature morte. Si passa
poi al periodo 1986-1988 con la prevalenza degli originali pavimenti a scacchi,
quindi alla rievocazione di un angolo del suo studio in Via Antica Cattedrale
(Teramo) con l’esposizione, nell’ala sud, di 25 opere grafiche, tra acqueforti e
litografie, e del torchio calcografico usato dallo stesso Chiarini per la stampa
dei suoi lavori. Il percorso si chiude con gli ultimi paesaggi dell’artista nei
quali spiccano i “rossi” e i “verdi a pastello”, oltre agli evocativi “muri
bianchi” e finestre che hanno reso riconoscibile l’arte dell’ultimo periodo di
Chiarini. Esposti in quest’area anche alcuni affreschi montati su supporti
mobili.
LE
OPERE RECUPERATE E IL CATALOGO –
L’antologica propone anche diverse opere di Chiarini messe a disposizione da
collezionisti privati che hanno risposto all’appello lanciato dalla famiglia
nelle scorse settimane in occasione della mostra. L’esistenza di alcuni di
questi quadri era fino ad oggi sconosciuta agli stessi familiari dell’artista e
saranno esposte al pubblico per la prima volta. L’esposizione è inoltre
accompagnata da un catalogo di particolare pregio pubblicato
dall’associazione “Il Prato Bianco” e curato da Marco Chiarini e Umberto
Palestini, con la collaborazione di Gianni Chiarini. Oltre 200 pagine in cui
sono raccolte tutte le opere del pittore, scritti di artisti e critici (Luca
Cesari, Umberto Palestini, Gianfranco Spitilli, Maddalena Lenti e Romolo Bosi),
testi dello stesso Chiarini e testimonianze di giornalisti e personalità della
cultura teramana (Tiberio Cianciotta, Gianni Gaspari, Franca Scagliarini,
Giammario Sgattoni) che hanno conosciuto l’artista.
INFO E ORARI - L’esposizione sarà
aperta al pubblico fino al 25 gennaio 2015 dalle ore 9 alle ore 13 , dalle ore
16 alle ore 19 (festivi ore 10-13 e ore 16 – 19) presso la Pinacoteca Civica in
viale G. Bovio a Teramo. Ingresso gratuito. L’antologica
“Alberto Chiarini 1958-1988” e il catalogo della mostra sono stati realizzati
grazie al contributo della Regione Abruzzo, della Fondazione Tercas, al
patrocinio della Città di Teramo e alla generosa sensibilità dell’architetto
Giuseppe Cingoli.
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