Bonifacio Honings
2014, Natale nel mondo, con l’enciclica
‘Caritas in veritate’illustrata da Francesco Guadagnuolo e il
commento del teologo Bonifacio Honings
Guadagnuolo presenta, la complessità e
la concretezza della situazione del mondo globale e tecnocratico del
nostro tempo con i drammatici eventi che hanno segnato il volto
disumano dell’umanità.
«La Rivelazione cristiana ci guida a
un approfondimento delle leggi che regolano la vita sociale. La
Chiesa dal Vangelo riceve la piena rivelazione della verità
dell’uomo. Quando compie la sua missione di annunziare il Vangelo,
attesta all’uomo, in nome di Cristo, la sua dignità e la sua
vocazione alla comunione delle persone; gli insegna le esigenze della
giustizia e della pace, conformi alla sapienza divina».
L’Enciclica del Papa Emerito
Benedetto XVI “Caritas in veritate” compie la missione della
Chiesa, annunciando, in nome di Cristo, all’uomo la sua dignità e
la sua vocazione alla comunione in Dio e con le persone per uno
sviluppo integrale. Il maestro Francesco Guadagnuolo legge questo
messaggio pontificio, religioso e sociale del Vangelo, con varie
opere, che denotano la complessità e la concretezza della situazione
del mondo globale e tecnocratico del nostro tempo. Ognuna di queste
opere presenta, infatti, questa complessità con il realismo dei
drammatici eventi, e personaggi che hanno segnato il volto disumano
dell’umanità. Colpiscono soprattutto le opere che dipingono le
diverse povertà sempre più caratteristiche del terzo millennio.
Tutte queste opere sono un grido di un modo bisognoso di redenzione,
di Cristo, il grande testimone della carità in verità.
Cristo Testimone della “Caritas in
veritate”
La mostra apre con la figura di Cristo
per rilevare che «Gesù Cristo s’è fatto testimone delle carità
nella verità, con la sua vita terrena e, soprattutto, con la sua
morte e risurrezione. La carità nella verità è per questo la
principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e
dell’umanità intera». (CIV, 1) Il Maestro Francesco Guadagnuolo
ci fa vedere Cristo Crocifisso, Egli muore per dare giustizia e pace
al mondo. Morendo distrugge la morte e proclama la Risurrezione. In
basso la crisi economica che incombe sull’umanità globalizzata. A
sinistra della tavola pittorica, un volto raccapricciante, la
sfigurazione dell’uomo. A destra Benedetto XVI al trono di Pietro
predica il Vangelo, annuncio della dignità umana e della vocazione
dell’uomo.
Maria madre del Testimone
Francesco Guadagnuolo attraverso Maria
che accoglie il Figlio morto ci dice che Ella accoglie tutta
l’umanità sofferente, specie quella ancora costretta a vivere
nella morsa della fame. Milioni di bambini nei continenti poveri
muoiono perché mancano i beni di primaria necessità. Importante in
basso a sinistra le due mani con il grano, simbolo del cibo divino.
La tavola è ricca di colori luminosi con un impianto compositivo ben
costruito.
Il mondo da redimere
Nella tavola di Guadagnuolo si rileva
il significato liturgico alla quaresima, preparazione al mistero
pasquale, mistero di redenzione del mondo. Mistero di morte e di vita
rappresentato dall’altare. I tre personaggi che s’intravedono
dietro l’altare sono Martin Luther King profeta dell’uguaglianza,
Galileo Galilei testimone della scienza e Pablo Picasso pittore della
pace. A sinistra i segni di un mondo da redimere: guerre, terrorismo
(l’11 Settembre), bambini angosciati, totalitarismi. Segni di
speranza: sviluppo integrale, Solidarnosc, popolazioni che inneggiano
alla pace per fermare guerre e per unirci cristiani ad ebrei e
musulmani nell’impegno per la pace.
Il materialismo
In quest’opera non descrive il
materialismo come pensiero filosofico, ma come espressione
antropologica. In alto la creazione michelangiolesca dell’uomo,
destinato a vivere in un mondo condiviso. Quest’uomo uscito dalle
mani di Dio, va a finire nelle mani del potere economico. Guadagnuolo
dimostra questo divario di poteri diversi. I soldi girano da una
parte assieme ad una comunicazione globale, quando l’Africa sembra
di non farne parte. Manca acqua e cibo al continente africano,
occorre pertanto prodigarsi per debellare questa piaga. Al centro le
mani del potere, mani curate, che non hanno mai lavorato. Al centro
del potere sta l’uomo, con le lacerazioni di fame e malattie
perdendo così le sue sembianze umane, diventando l’uomo sfigurato.
Un altro segno del potere chiamato oro nero di cui vittima è l’uomo.
A destra l’Africa dove appare una donna esule in cammino. La sete
di una bambina che si disseta con l’acqua di una pozzanghera. In
basso la farina cibo essenziale della sussistenza umana che
l’industria ormai produce per i ricchi a danno dei poveri. Sulla
sinistra un altro potere: il potere delle armi.
Contrasto tra religione e secolarismo
Nella tavola l’artista fa vedere il
mondo nella globalizzazione. I due motivi ispiratori di Guadagnuolo
sono Morte e Risurrezione di Cristo Gesù. In basso, in grande, un
Cristo morto accerchiato da denaro intriso di sangue. Quanta violenza
e guerre portano i soldi! Su una banconota una lucertola ha trovato
posto. In alto i due emisferi con i continenti dipinti con il colore
neutro del nero, simbolo di crisi economica, culturale, religiosa e
spirituale. A sinistra, i segni della Risurrezione, speranza di vita
eterna. Non è solo il denaro che dobbiamo investire sulla vita
terrena, ma imparare a investire soprattutto nel bene e nella pace
per le future generazioni.
L’Umanità in cerca di pace
Al centro della sua opera, Guadagnuolo
ha messo una scritta Tempo di Pace. Sopra le comunicazioni
facilitano i rapporti intercontinentali. Il Premio Nobel Madre Teresa
di Calcutta sulla destra. Enormi difficoltà da superare: malattie
nella donna malata in alto a destra. A sinistra i grattacieli
contrastano con le baraccopoli, essi impediscono qualsiasi
comunicazione esigenza della vera pace. Quando arriveremo a questo?
Non sono le comunicazioni a portare questo necessario beneficio, non
è neanche la conquista spaziale. Quando nel mondo esiste ancora il
divario tra ricchi e poveri, si muore ancora di fame e di malattie
che falciano il terzo mondo. Questo divario provoca si legge
nell’enciclica ”un impatto negativo sul piano economico” perché
la ”progressiva erosione” del ”capitale sociale’, ossia di
quell’insieme di relazioni di fiducia, di affidabilità, di
rispetto delle regole, indispensabili ad ogni convivenza civile”.
Tempo di Pace sarà solo quando si rispetteranno tutte le popolazioni
del mondo. «Il rispetto e lo sviluppo della vita umana richiedono
la pace. La pace non è la semplice essenza della guerra e non
può ridursi ad assicurare l’equilibrio delle forze contrastanti.
La pace non si può ottenere sulla terra senza la tutela dei beni
delle persone, la libera comunicazione tra gli esseri umani, il
rispetto della dignità delle persone e dei popoli, l’assidua
pratica della fratellanza». (CCC 2302)
L’amicizia fra tutti i popoli
Guadagnuolo continuando con l’umanità
in cerca di pace, presenta Gandhi e Madre Teresa impegnati nella loro
missione. Al centro della tavola di Guadagnuolo, la mano di un
bambino e la mano di un adulto che indicano il pane della
solidarietà, accanto le mani di un lavoratore formano un angolo
retto. Nel vertice il pane, simbolo di amicizia, di fratellanza e di
solidarietà, che culminano nel sacramento dell’Eucarestia. Lavoro
e cibo sono necessari per vivere nella pace e nella giustizia. Sotto
il crocifisso, un ebreo suona il corno per richiamare i popoli alla
riflessione. Interessante il cromatismo, dell’uso dei colori
primari, si passa dal celeste agli intensi gialli e rossi che danno
suggestione di ottimismo alla scena.
L’Uomo Cristo, speranza dell’uomo e
del mondo
Al centro si vede il contrasto tra cibo
naturale e alimentazione artificiale. Il bimbo malato (in alto a
sinistra) né è la vittima. Sottostante, il Globo terrestre con i
segni irreparabili dell’eco sistema violati dall’uomo. Un altro
contrasto sono le guerre continue. Tutte queste forze contrastanti
dagli accesi colori convergono al Cristo in Croce, speranza di un
Mondo già redento, in alto il grappolo d’uva, simbolo del calice
versato per noi.
Segno e strumento della nuova umanità
Nella tavola, Guadagnuolo esprime bene
il concetto che Dio ha voluto che l’umanità fosse una sola
famiglia riunita nella piazza più famosa al mondo, Piazza San
Pietro, dove si radunano i popoli di diverse culture, lingue, e di
diversi colori. Sulla sinistra il lenzuolo sindonico, con il volto
della Sindone. Gesù ha dato la vita per vedere che gli uomini si
amassero l’uno con l’altro. In basso il Colosseo, simbolo di
martirio, dove patirono i tanti cristiani che la storia riporta e
riconosce. Un monaco di clausura guarda la scena in un cielo colmo di
luce crepuscolare e di cristiana speranza.
Lo sguardo di Cristo: principio e fine
La bella tavola molto originale di
Guadagnuolo di certo innovativa dal punto di vista cristologico, ci
fa vedere un Cristo fuori dall’ambito terrestre, e allo stesso
tempo dentro. Il volto del verbo incarnato pur essendo il più
immanente nella creazione da lui redenta ne è sommamente
trascendente. Per questo il volto di Cristo non ha una posizione di
cui abitualmente viene presentato. Il volto concepito da Guadagnuolo
non ha una posizione sulla Terra, ma nello spazio-cosmico per cui il
volto dipinto ricco di energie pittoriche che sprigionano luce e
colore. Guadagnuolo facendo questo non si allontana dalla cristologia
cattolica, anzi la colloca nella concezione ultraterrestre. Dio è il
creatore di tutto l’universo: principio e fine.
Armonia tra Fede e Scienza
Guadagnuolo in questa tavola ci fa
vedere come le scoperte scientifiche non sono in contrasto con la
fede. In alto, Dio incarnato che è verità. Al centro l’uomo
vitruviano di Leonardo, in basso la sezione di una testa umana,
oggetto e soggetto del progresso scientifico odierno. Sotto la Terra
vista dalla Luna. A destra e a sinistra Galileo ed Einstein e varie
scoperte scientifiche positive e negative. A sinistra Guadagnuolo fa
vedere il possibile abuso da parte dell’uomo: la bomba atomica.
Petrolio: profitto o inganno?
La tavola di Guadagnuolo presenta l’oro
nero, il petrolio, che da energia, ma anche morte. Al centro il
disastro del Golfo del Messico; un cormorano in agonia soffocato
dalla marea nera. In basso la corsa per i barili pronti per essere
trasformati in benzene, che a loro volta inquinano l’aria delle
nostre città. Anche in quest’opera, Guadagnuolo pone dei contrasti
tra le industrie petrolifere e la povertà degli stessi paesi che la
producono. A sinistra e a destra si vedono centrali e uomini al
lavoro. Possiamo dire che è un’opera sfida: quando si esaurisce il
petrolio quale sarà l’energia alternativa? Forse ci si poteva
pensare prima?
Contraddizione a livello di sussistenza
La tavola di Guadagnuolo presenta al
centro due figure statuarie, segnate dalle conseguenze del peccato,
una rappresenta il dolore, la malinconia e la non comunicabilità in
una città prevalentemente ricca, ma priva di valori. L’altra, in
alto, un volto umano marmoreo porta i segni dell’ideale spaccato:
il valore della sua dignità di persona. Una scritta in cinese
“crisi”. Una crisi che attanaglia oriente e occidente. Da un
lato, a destra l’occidente con ricchezza di cibi. Dall’altro
l’oriente con la scarsezza dei cibi. Ricchezza e soldi contrastano
con le mani di un povero barbone che visibile anche a sinistra.
Grido di morte nel deserto delle
metropoli
Quello che colpisce in questa tavola
sono i bambini. In primo piano il grido di un bambino schiaffeggiato
dalla ricchezza delle valute (schiaffo alla povertà). Attorno
tecnologie industriali e tecnologiche, con i loro titoli quotate in
borsa. Altri bambini in cerca di cibo, il corpicino di un povero
bambino senza vita. In più, in alto lo spettro dei disastri
naturali.
Natura e umanità in cerca di pace
In alto Guadagnuolo fa vedere la figura
di Papa Giovanni XXIII che sta scrivendo sul globo terrestre in nome
della sua Enciclica Pacem in Terris. Il Papa auspicava un mondo
diverso. Son passati più di 50 anni e siamo ancora allo stesso modo.
Infatti, a destra eventi del male: Nazismo, guerre, soldati armi.
Guerre fratricide come quella tra palestinesi ed ebrei, in alto un
segno di pace la colomba esce dallo zaino di un soldato. A sinistra
eventi di distruzione: grandi aree con fiumi inquinati,
desertificazione, deforestazione, Chernobyl. Al centro un immigrato
disperato porta le mani sul volto, sottostante alcuni segni di pace
con il pane e le strette di mani, in segno di amicizia. L’artista
ci fa vedere i pericoli che vive il nostro pianeta, se non si arriva
al riparo, l’umanità potrà un giorno, non molto lontano, non
esserci più.
Il mondo redento come voluto da Dio
È forse un’utopia, la tavola di
Guadagnuolo? No di certo. Sarebbe bello immaginare un mondo così.
L’opera esprime una tale delicatezza e serenità che ci fa
innamorare di ciò che la vita ci circonda e ci fa star bene. Una
vita condivisa con gli altri. In basso si spezza il pane come dono di
gratuità. Accanto la natura, gli ulivi, il gregge. Al centro un
padre con il figlio vanno incontro alla vita. In alto viene
rappresentato, nel letto di morte una madre attorniata dalla bontà
dei parenti, si assiste al suo trapasso affidato al Padre attraverso
l’angelo. Dall’oscurità la fine di una giornata, con l’alba di
un nuovo giorno. Un ragazzo palestinese e un ragazzo ebreo
abbracciati camminano sulla stessa terra, sulla stessa via. Ovunque
segni di pace, la scritta: io sono la via, la verità, la vita.
Commenti