La
città di Padova ospita, in uno dei suoi monumenti più
significativi, il cinquecentesco Palazzo della Gran Guardia, la
mostra
Antologica di Gigino Falconi Una
Vita per la pittura,
curata
da Giuseppe
Bacci
Mostra
realizzata dall’Amministrazione Comunale di Padova, in
collaborazione con il Sodalizio Abruzzese - Molisano del Veneto nel
suo trentacinquennale di fondazione e con il patrocinio della Regione
del Veneto, della Regione Abruzzo e della Regione Molise. Nella
serata inaugurale ci sarà l’intervento delle autorità politiche,
la presenza dell'Artista Gigino
Falconi
e la presentazione critica di Giuseppe
Bacci, curatore
della mostra e del catalogo.
Nella
prestigiosa
Sala
della Gran Guardia, fino al 27 gennaio 2015 si
potranno ammirare, con ingresso libero, una cinquantina di opere,
alcune create appositamente per l’occasione, della produzione
pittorica dell’artista abruzzese.
L’Antologica
Una vita per la pittura
è scandita, in catalogo, in sette percorsi temporali, che delineano
l'intero itinerario artistico, iniziato nei primi anni Cinquanta, del
pittore Gigino
Falconi,
comprendente opere che lo hanno reso protagonista della pittura
figurativa. È un itinerario artistico-introspettivo siglato dalla
ricerca di quel realismo magico, che ha la capacità di affascinare e
di sedurre il visitatore.
I.
Percorso. Anni Cinquanta: dall’esordio con
un universo figurativo alla poetica informale.
II.
Percorso. Anni Sessanta: dalla ricerca
sulla surrealtà
all’espressionismo.
III.
Percorso. Anni Settanta: dalla surrealtà
del presente allo straniamento.
IV. Percorso. Anni
Ottanta: dalla poetica del mistero alla sospensione e attesa.
V. Percorso. Anni
Novanta: adesione al religioso: dalle luci delle forme allo stupore
del sacro.
VI. Percorso. Anni
Duemila: opere di compartecipazione: dalla lucentezza della natura
alle ossessioni dell’universo femminile.
VII. Percorso. Anni
Dieci del nuovo millennio: dall’oblio della condizione umana alla
luce dei riscattati e al fascino del paesaggio.
La
fruizione, quindi, non si riduce allo sguardo emozionale di opere
accattivate dalla critica: si espande in uno sguardo che va oltre,
poiché nel contesto espositivo il Maestro Gigino
Falconi
ha assunto il compito di indicare la bellezza universale sulla cui
pittura, raffinata e colta, Carlo
Chenis così
ha scritto: «L’arte di Gigino Falconi si consolida in forme
temperate e assolute, cagionando estasi nostalgiche, romantici
pensamenti, melanconie amorose. Quanto in icona è elegante e
seducente, così da indurre all’epifania ontologica, sia
nell’armonia cosmica, sia negli stati esistenziali. Quanto in icona
diventa meta-figurazione carica di ridondanze simboliche e di
tensioni amorose, così da produrre felicità meste, sia nella
rivisitazione onirica della realtà, sia nell’ipostasi reale
dell’immaginazione. Si tratta di pittura metafisica narrata con
fascino erotizzante. Risulta, però, distante dalle presunte poetiche
che contrassegnarono i “metafisici” per antonomasia, quali de
Chirico, Savinio, Carrà, unitamente ad altri coevi ed epigoni. Si
tratta, infatti, di una metafisica che si volge all’esistenziale
sublimandolo, non di una metafisica che si chiude nell’essenziale
assolutizzandolo».
La
mostra prosegue il compito celebrativo degli
oltre sessant'anni di attività pittorica del Maestro, avviato nel
marzo 2013 negli Stati Uniti ad Atlanta, con una mostra personale
inaugurata nel giorno suo genetliaco, proseguito poi in Abruzzo con
la grande antologica esposta al Museo d’Arte Moderna “Vittoria
Colonna” di Pescara, presentata da Vittorio
Sgarbi
e da Giuseppe
Bacci,
per confermarsi, successivamente, con l'inaugurazione dello spazio a
lui dedicato all'interno del Museo Civico pescarese.
Il
Sindaco di Padova Massimo
Bitonci
e l'Assessore alla Cultura e Turismo Flavio
Rodeghiero
così hanno presentato l'evento in catalogo: «…Gigino Falconi, che
da sessant’anni affronta giorno dopo giorno lo spazio bianco della
tela, arricchendo di nuovi capitoli il tessuto dei suoi racconti.
Pitture come cicli: dall’informale del dopoguerra ai paesaggi
barocchi, dalle influenze letterarie e filosofiche alle suggestioni
degli specchi, al ritratto, al sacro. Una carriera lunga, premiata da
riconoscimenti e soddisfazioni, e una produzione ricca giustificano
oggi l’allestimento di mostre retrospettive, come questa che la
città di Padova ospita in uno dei suoi monumenti più significativi,
il cinquecentesco Palazzo della Gran Guardia»
L’esposizione
è accompagnata da una esauriente
monografia
di 168 pagine, edita dalle Edizioni Staurós, a cura di Giuseppe
Bacci,
e
contenente, oltre la documentazione a colori di quanto esposto, saggi
di
vari autori, tra i quali Carlo
Bo,
Mario
Luzi,
Carlo
Chenis,
Enzo
Fabiani,
Rossana
Bossaglia,
Sandro
Parmiggiani,
Giuseppe
Bacci
e Marina
Ciangoli.
Biografia
Gigino
Falconi nasce
a Giulianova (Teramo) e inizia a dipingere a sedici anni,
frequentando contemporaneamente l’Istituto Tecnico per ragionieri,
dove si diploma nel 1952. Nel 1954 ottiene la maturità presso il
Liceo Artistico di Pescara. L’anno successivo, vincitore di
concorso per la Cattedra di Disegno, assume l’incarico della
docenza presso una scuola media di Giulianova, attività che
abbandona definitivamente nel 1975, per dedicarsi interamente alla
pittura. Alla sua prima mostra personale, tenuta alla Galleria Il
Polittico di Teramo nel 1961, ne sono seguite numerosissime sia in
Italia che all’estero, presso accreditate gallerie e prestigiose
sedi pubbliche. Le sue opere sono conservate in autorevoli collezioni
museali pubbliche e private. Il suo metodo di lavoro si è sviluppato
per cicli pittorici, così distribuiti nel corso degli anni:
1954-1956:
esordisce con un universo figurativo legato ai temi della propria
terra, coniugato ai canoni della coeva poetica informale.
1957-1962:
esegue una serie di paesaggi che risentono di una personalissima
rivisitazione del barocco.
1963-1965:
realizza “Documenti”, primo importante ciclo di opere, di grandi
dimensioni, eseguite a tecnica mista: composizioni di pittura e
grafica testuale. Negli stessi anni l’artista porta avanti una
ricerca sulla surrealtà dello spazio costellato da fantasmi, spesso
con elementi suggeriti da letture di Edgar Allan Poe.
1966-1968:
“I Mostri”. Viene aiutato in questa analisi da uno studio
accurato che va dal Rinascimento al Barocco, con particolare
attenzione a Piero della Francesca, Caravaggio, Ribera e Rembrandt.
1969-1975:
elabora una serie di lavori incentrati sulla surrealtà del presente
e della cronaca fotografica, con una figurazione più circostanziata
ed evidenziata di straniamento.
1976-1979:
recupera pienamente la pittura per immagini, con soggetti ispirati
all’angoscia dell’esistenza. Di particolare risalto sono due
gruppi di quadri suggeriti dal Fascismo e dalla vicenda dei coniugi
americani Julius ed Ethel Rosenberg.
1980-1985:
lavora intensamente a opere incentrate sulla poetica del mistero
degli spazi interni e sulle suggestioni spaesanti degli specchi. È
evidente il riferimento ad ambientazioni di gusto Art Nouveau, sempre
collocate in un clima di silente sospensione e di attesa.
1986-1988:
realizza “Alcyone”, un importante ciclo di dipinti sulla vita e
le opere di Gabriele D’Annunzio, eseguite in occasione del
cinquantesimo anniversario della morte del Poeta.
1989-1994:
dipinge una serie di “nudi” e “concerti silenziosi”,
ambientati in paesaggi lacustri.
1995-1999:
sviluppa in questi anni un intenso ciclo di pitture di carattere
sacro. Il primo dipinto Annunciazione
è del 1995. Lo realizza per il VII centenario della Santa Casa di
Loreto nel cui museo l’opera viene poi esposta. Successivamente,
per la chiesa di Sant’Andrea di Pescara, lavora per due anni a un
trittico di grandi dimensioni (cm 270 x 660), commissionatogli dagli
Oblati di Maria Immacolata in occasione della santificazione del loro
fondatore Sant’Eugenio de Mazenod.
2000-2002:
realizza il ciclo Le
Ossessioni,
interamente dedicato al mistero dell’universo femminile.
2002-2005:
dipinge il ciclo Il
mito della Fenice.
2006-2009:
si interessa sempre più alla natura e, attratto dal suo misterioso
fascino e dalla sua mistica luce, dipinge un gruppo di quadri
rappresentanti paesaggi lacustri e marini.
2011-2012:
realizza il ciclo Ragazze
per sempre,
ambientato nell’atmosfera romantica parigina di fine Ottocento,
dipingendo un ciclo pittorico sull’“amore mercenario” come
tante scene di un’unica grande pièce esistenziale, una commedia
tutta al femminile. Tale ciclo viene presentato, inoltre, nella
Galerie Besharat di Barbizon Parigi. Successivamente, assieme ad un
cospicuo nucleo di opere, allestisce la “suite Falconi” (di oltre
70 mq) sempre a Barbizon.
2013-2014:
nell’ambito e a conclusione dei festeggiamenti del suo genetliaco e
sessantesimo di attività pittorica, principiato nel marzo 2013 negli
Stati Uniti ad Atlanta con una mostra personale, l’Abruzzo gli
rende omaggio, il 23 maggio 2014, nella sala appositamente
predisposta del Museo d’Arte Moderna “Vittoria Colonna” di
Pescara, inaugurando lo spazio a lui dedicato, esito della mostra
Antologica Una
Vita per la pittura,
curata da Giuseppe Bacci. Esposizione scandita in sette percorsi
temporali decennali e mirabilmente presentata da Vittorio Sgarbi e
Giuseppe Bacci, in un’affollatissima conferenza inaugurale
introdotta dal Sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia, da Augusto Di
Luzio e da una testimonianza appassionata dell’artista. Le venti
opere della numifica donazione di Gigino Falconi alla Città di
Pescara sono state precedentemente selezionate attraverso una
votazione popolare di oltre tremila preferenze, arricchendo e
valorizzando, così, il patrimonio artistico cittadino. Nel maggio
2014, nella sede del Museo Archeologico di Teramo, sono stati
esposti, insieme ad altre opere della passata produzione artistica,
due dipinti inediti, di grandi dimensioni, del nuovo ciclo L’Amore:
le sue immagini, le sue parole,
accompagnati da un prezioso libretto contenente testi poetici
dell’artista e un’introduzione di Giuseppe Lisciani.
LUOGO:
SALA
DELLA GRAN GUARDIA,
Piazza dei Signori PADOVA
PERIODO:
18
dicembre 2014 – 27 gennaio 2015. Apertura: tutti i giorni con
orario continuato dalle ore 9:00 alle 18:00; chiuso il lunedì, 25-26
dicembre e 1 gennaio; ingresso libero
ORGANIZZAZIONE:
Amministrazione
Comunale di Padova, in collaborazione con il Sodalizio Abruzzese -
Molisano del Veneto, il Consiglio Nazione Associazioni Abruzzesi e
Molisano (Cnaam) e l'Associazione Culturale Abruzzese Maiella - Gran
Sasso, con il patrocinio della Regione del Veneto, della Regione
Abruzzo e della Regione Molise.
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