Giornate dell'Emigrazione - IX edizione, martedì 17 giugno alle ore 11 a Napoli, Palazzo
Armieri. L'assessore regionale Severino Nappi e il presidente ASMEF
Salvo Iavarone presentano il volume "Trovare l'America",
con prefazione di Martin Scorsese, edito da Library of Congress e
Anniversary Books.
NAPOLI - Martedì prossimo 17 giugno,
alle ore 11, a Napoli, in Palazzo Armieri (via Nuova Marina 19/c),
presentazione ufficiale de “Le Giornate dell’ Emigrazione “ –
IX edizione 2014 . Asmef dal 2006 organizza la rassegna, con
incontri, mostre d’ arte, pubblicazioni, in Italia e all’estero,
tutto avente a tema la storia dell’ emigrazione italiana.
L’iniziativa è patrocinata dalla Regione Campania, rappresentata
martedì dall’assessore regionale Severino Nappi, dal Ministero per
gli Affari Esteri( che ha inviato una lettera di sostegno
all’iniziativa ), dal Senato, e da altri importanti istituzioni
(programma in allegato). Tra i contenuti, i temi legati ad una
importante pubblicazione, già presentata alla Camera dei Deputati
il 20 maggio scorso, con la partecipazione di Asmef.
L’editore dell’opera è
prestigioso, la Library of Congress, assieme ad AnniversaryBooks di
Modena (si allega una sintesi della introduzione, a cura di Martin
Scorsese), che sarà presente all’evento. Si parlerà quindi di
storia, e storie, delle tantissime famiglie che dall’Italia hanno
varcato l’oceano in cerca di fortuna negli Stati Uniti. Successi,
esperienze di ogni tipo; ma anche difficoltà d’integrazione,
sacrifici, ritorni in Patria. Oltre a Nappi e Salvo Iavarone,
interverranno l’editore Paolo Battaglia, il direttore dell’Istituto
Banco Napoli - Fondazione Aldo Pace, il direttore generale della BCC
di MontePruno Michele Albanese, lo storico Francesco Durante, la
direttrice di Asmef Valeria Vaiano. Modera Alfonso Ruffo, direttore
de Il Denaro.
L'introduzione di Martin Scorsese
«I miei nonni, arrivati in America
dalla Sicilia all’inizio del Novecento, erano italiani. I miei
genitori, nati qui, erano italoamericani. Io ero, e ancora sono,
americano italiano. E anche se so che non dimenticheranno mai le loro
origini, le mie figlie sono americane. Con immagini e parole, questo
magnifico libro delinea la nostra trasformazione attraverso le
generazioni, quella della mia famiglia e di tante altre famiglie,
sbarcate su queste rive a centinaia di migliaia per lasciare la loro
impronta in questo luogo che chiamiamo America».
Così Martin Scorsese nella sua
premessa a “Trovare l’America”, un libro ideato e curato dal
modenese Paolo Battaglia e da Linda Barrett Osborne, con premessa e
introduzioni di Mario B. Mignone e Antonio Canovi.
500 immagini, selezionate dalla
“Library of Congress” di Washington, l’istituzione che più di
ogni altra rappresenta la memoria ufficiale degli Stati Uniti per
ripercorrere il tempo in cui milioni di italiani sono stati emigranti
in Lamerica.
«Quando quelle prime ondate di
immigrati arrivarono dall’Italia – continua il grande regista –
ricostruirono il mondo che conoscevano. Crearono un luogo che venne
chiamato Little Italy, che possedeva tutta la bellezza e il calore,
tutto il dolore e le tensioni interne, del paese che avevano
abbandonato. Mentre crescevo, Little Italy costituiva un mondo a sé
stante, collocato in un angolino del lower east side di Manhattan –
e sono certo che lo stesso può essere detto delle Little Italy in
tutto il paese, da Boston a San Diego. Confinava con un altro mondo a
sé, Chinatown. Le feste, i rituali, il cibo, le merci, i valori –
tutto arrivava dal Sud Italia. Prima che io nascessi, le persone
arrivate dallo stesso paese vivevano in un unico edificio e i
matrimoni tra uomini e donne di edifici diversi erano una faccenda
delicata. La famiglia di mia madre arrivava da Cimmina, la famiglia
di mio padre da Polizzi Generosa e si sposarono solo dopo che gli
anziani delle due famiglie si riunirono e diedero il loro assenso.
Per me e per i miei amici, il confine a nord era delimitato da
Houston Street. Oltre, si trovava il nuovo mondo. Alcuni
italoamericani che avevano valicato quel confine erano già diventati
famosi e avevano lasciato il segno nella cultura. Ciò nonostante,
incuteva ancora timore quando decisi di lasciarmi quel mondo alle
spalle. Fu una scelta molto dolorosa, ma sapevo di doverla fare –
non avevo altre possibilità, non c’erano altre decisioni
possibili».
Ma, dice ancora Scorsese «Per me,
Little Italy sarà sempre “casa”. Sapevo di voler mostrare il
mondo da cui venivo in quei film. Ma avevo la necessità di
osservarlo dal mio punto di vista, mettendo un po’ di distanza tra
noi. Per me, Little Italy sarà sempre casa, quanto Polizzi e Cimmina
erano casa per i miei nonni. Non il luogo in sé, ma la sua memoria.
(…) Questo libro mi restituisce molto: il modo in cui vivevamo, i
valori che condividevamo e la trama della nostra vita, dalle aule
delle scuole parrocchiali alla processioni religiose fino ai
carrettini che vendevano alimentari (come quello che avevano i miei
nonni). Amplia la mia prospettiva, offrendomi una ricca impressione
della vita italo americana prima del mio tempo e anche prima di
quello dei miei genitori. Infine, mi permette di cogliere il senso di
una più generale trasformazione storica, offrendo un bellissimo
punto di vista per commemorare un modo di vivere che ormai è
scomparso».
Edito da Anniversary Books (costo 48
euro), il volume offre, attraverso tre sezioni, Esploratori,
Emigranti, Cittadini, una prospettiva originale della presenza degli
italiani in America e dà spazio a personaggi noti, da Fiorello La
Guardia, Joe Di Maggio e Joe Petrosino e personaggi meno conosciuti
come Carlo Gentile, che fotografò i nativi americani nell'Ottocento,
e Athos Casarini pittore futurista e illustratore per le riviste
newyorkesi d'inizio Novecento.
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