Mitica Marlyn

di Lino Manocchia
Anche volendo, come avrei potuto resistere alla tentazione dei ricordi di chi, come Lino Manocchia, ha avuto il privilegio di essere vicino e di parlare a una Dea? Non ce l'ho fatta, fedele a quanto disse Oscar Wilde: "C'è un solo modo di resistere alle tentazioni: cedere ad esse". Appunto. Grazie Lino (lr)
dai ricordi di Lino Manocchia

HOLLYWOOD - La mitologica figura più discussa, il soggetto senza fine della storia di Hollywood porta il nome di Norma Jean Mortensen, nata il primo di giugno 1926 in Los Angeles e destinata a morire in un afoso mattino del 5 agosto 1962. Aveva 36 anni, era bionda platino, multi maritata e divorziata, con un corpo statuario che portò con se’ nel corridoio delle memorie numero 24 del Westwood Park della città di Los Angeles.
Nella marmorea lapide incisero ”Qui giace Marilyn Monroe, che tanto amò la vita”. Con la sua innocente innata sensualità, apparentemente vulnerabile, fascinosa, personificava il glamour di Hollywood dall’impareggiabile luminosità, vera essenza della sessualità nello schermo.
Non vi è uomo che non abbia visto, almeno una volta, uno dei suoi 30 film. La sempre sorridente fanciulla era più di una star, o meglio una “glamour queen”, una sensazione mondiale, estesa al di là dello status di attrice, sino a diventare una icon. Soltanto Elvis Presley e James Dean hanno potuto rivaleggiare con Lei nel campo commerciale.
Cresciuta in un’atmosfera destinata alla tragedia, Norma Jean, con la madre rinchiusa in un istituto mentale, trascorse parte degli anni giovanili tra un orfanotrofio e case di “parenti” sconosciuti. Subì abusi fisici, sino a quando, a 18 anni, sposò Jim Doughety; lavorò in una fabbrica di aeroplani, e ben presto sopraggiunse il primo divorzio. Nel 1946, apparve in una rivista locale che fortunatamente fu “scoperta” dall’eccentrico miliardario Howard Hughes, il quale ordinò un test, che però fu “battuto” dalla 20th Century Fox che assunse Norma Jean per 125 dollari alla settimana.
Clark Gable e Marilyn in "The Misfits"
Intanto, la “ribattezzata” Marilyn Monroe, notata dalla Columbia, fu affidata alla maestra di dizione Natasha Lytess. Marilyn deve molto al grande John Huston che, con il film “La giungla d’asfalto”, la pose ad un livello di notorietà seguito da una parte nel famoso film ”All about Eve”. Finalmente il Capo della Fox Darryl Zanuck, riconosciuto il potenziale di Marilyn, ordinò che la si presentasse in tutti i film dove era necessario avere una sexy “dumb blonde”. Allorché il noto fotografo David Conover, considerato “il fotografo dei sogni”, la presentò come modella, per Marilyn il cielo si schiariva e iniziava la strada della celebrità, e della felicità per il matrimonio che però nel 1946 svaniva con una semplice firma al Municipio di Los Angeles. Preoccupata a ben figurare nei film, dopo aver posato nuda che scandalizzò gli americani “conservatori” recitata una litania di divorzi, e conquistato riviste, come Photoplay magazine, la Monroe fu votata “Best new actress” del 1953 e, a 27 anni, si poteva senza dubbio dichiararsi come la più amata bionda “bombshell” di Hollywood.
"JOE D" DI MAGGIO
Da due anni, il taciturno, schivo, più grande asso del baseball mai esistito, corteggiava la bionda Marilyn, che segretamente amava e ricambiava l’affetto del siculo. Finalmente “Joe D”, come lo chiamavano gli sportivi, chiese al suo agente di organizzare una cena privata per due. Comprensibilmente, la bionda diva dichiarò ad un cronista: «Non so con certezza se ancora amo veramente Joe, ma sono certa che a me piace più di tutti gli altri uomini che ho incontrato». Ma Joe, che di risolutezza siciliana ne aveva da vendere, fece due più due e partì per la luna di miele con il prezioso personaggio alla volta di Tokyo, dove Marilyn offrì uno show alle truppe colà distaccate, creando, come si può immaginare, una vera e propria calorosa rivolta. Lasciamo immaginare al lettore la situazione scomoda ed il responso del superstar della palla base dinanzi a migliaia di soldati, che per una volta lo ignoravano.
La cronaca è confusa, non sa precisare con esattezza cosa accadde nella villa dei due colombi, uno più celebre dell’altro. Si sa però che nove mesi dopo il matrimonio (27 ottobre 1954), mentre tutte le cronache presagivano un parto di mamma Marilyn, le agenzie comunicavano il divorzio “della coppia più famosa del secolo”. Come sempre taciturno e restio a parlare, Joe Di Maggio disse semplicemente che la separazione era stata dettata da “un conflitto di carriere” ma che tra i due restava una sincera amicizia. Le voci però parlavano di rabbia repressa di “Joe D”, al quale non piacque una scena rimasta immortale di un film nel quale Marilyn, stando sulla griglia di sfogo di gas della sotterranea, si vide alzata la veste offrendo uno squarcio delle sue magnifiche gambe. ”Joe non ha mai perdonato quella scena”, disse il suo agente.
La foto immortale in Quando la moglie è in vacanza di Billy Wilder, 1954
MARILYN E LA… ”PISA”
Il cronista qualche anno dopo ebbe modo di conoscere Marilyn. Eravamo al Consolato italiano di New York che doveva consegnarle una medaglia del Governo Italiano. Una dozzina di giornalisti, tra i quali Ruggero Orlando della Rai, soltanto per evitare l’invasione della sede consolare!... Dopo la cerimonia, alla quale la Monroe giungeva con i consueti 25 minuti di ritardo, parlando della sua attività si chiese: Marilyn, ora che hai ricevuto un Award dall’Italia, quando andrai a visitarla?
«Amo l’Italia... e gli italiani, sono uomini forti e amorosi, e poi mi piace la “Pisa”».
Al che ci venne fatto di chiarire: «Marilyn, Pisa è una città con una torre pendente, forse vorrai dire che ti piace la “Pizza”. Vogliamo mangiarne una, ora?».
Con un sorriso 24 carati, la “queen dello schermo” disse: «Magari, viva la “Pisa”…».
Inutile aggiungere che il Consolato con la sua... autorità ricevette subito tre grosse pizze che fecero stralunare l’attrice.. Marilyn era fatta così. Quando il cronista le chiese "Marilyn, è vero che ti riunirai con Joe (Di Maggio)?”, lei rispose: "Vorrei, ma Joe è troppo geloso, anche dell'aria. E' proprio un italiano". Poi sorridendo mi chiese: "Tu sei italiano, sei anche geloso da morire?Che dovevo rispondere? "Di te si, tanto..". E lei scoppiò in una larga risata.
Manocchia, Marilyn e Orlando dal settimanale Tempo
Quel titolo di “glamour di Hollywood,” fuori dalle mura del forte di celluloide non scuoteva affatto l’attrice, la modella, la moglie, l’ex fanciulla dalla vita travagliata. La vita le doveva riservare un altro tracollo morale allorché sposò il playwright Artur Miller, personaggio completamente inverso di Marilyn, più chiuso di Joe Di Maggio, meno affettuoso del siculo che non ha mai potuto dimenticarla. Il 20 gennaio 1961 dopo aver interpretato “The Misfits" con Clark Gable, Marilyn veniva nominata dal Golden Globe come la donna più desiderata del mondo della celluloide
Marilyn Monroe, sinonimo di bellezza, sensualità e effervescenza, rimane ispirazione di tutti coloro che soffrono per superare gli ostacoli e raggiungere grandezza in un mondo affatto facile, irto di ostacoli spesso insormontabili. Marilyn ci lasciò in seguito - dissero i referti medici - per overdose accidentale di barbiturici. Questa la storia della Cenerentola, conclusasi tremendamente male ma che regna nel mondo dei grandi come un’icona inimitabile.

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