Carrol Baker: The Carpetbegger - L'uomo che non sapeva amare

Stelle di Hollywood
di Lino Manocchia
Karolyn Pieyarski, nome d’arte Carrol Baker, fu chiamata dalla Warner Bros che ne voleva fare la "sosia" di Merlyn Monroe ( Nella foto Lino Manocchia con l'attrice)




NEW YORK Son trascorsi 50 anni dalla “nascita” del film ”The Carpetbegger”, che traduciamo liberamente”Il profittatore”, ma è più noto in italiano come ”L’uomo che non sapeva amare”. Il film, dopo la prima mondiale, non ha trovato vasto spazio per farsi rivedere sugli schermi americani.

Colpa della protagonista, la bellissima Carrol Baker? Del regista? Non diremmo. Fu il grande Edward Dimytryck a rendere la pellicola interessante, pur se contrastata dalle “autorità”, le cui ideologie condannarono la fantasmagorica galoppata di contrattempi, esaurimenti nervosi, debiti, divorzi, stupro paterno alla protagonista, una magnifica fanciulla, la cui vita patetica e convulsa tornò a riveder le stelle con l’arrivo del “profittatore”, e lo stuolo di artisti ignoranti. Il parere dello scandalo generato dal film che Elia Kazan definì “Una Commedia nera” a causa del tema demoniaco: ”il sesso” affrontato da duplici agevolazioni, quella psicoanalitica di moda in quegli anni in America e quella drammaturgica sudista.

La vita della “sosia” di Marilyn Monroe ha inizio allorchè, figlia di un agente di commercio viaggiatore, frequentò solo la prima classe al St. Petersburg College ed appena quindicenne intraprese la carriera di ballerina in occasione di convention politiche a Miami. Dopo un primo matrimonio durato dal gennaio ad agosto 1953, Karolyn Pieyarski, nome d’arte Carrol Baker, si trasferisce a New York dove approda in Tv girando una serie di sketch pubblicitari.

Fu un inizio debole, fallimentare, ma il suo vero esordio sul grande schermo fu una piccola parte nel film ”Easy to love” che le aprì la porta dell’Actor Studio di New York, sposando, altresì, il regista Jack Garfen.


Mastroianni e Carrol in occasione del Golden Globe a Hollywood.
La svolta decisiva avviene quando la Warner Bros si interessa a lei volendone fare una nuova Marilyn Monroe, e la fa recitare nel film di grande spessore “Il Gigante”, a cui fece seguito “Baby doll” -la bambola viva- di Elia Kazan. All’eta’ di 25 anni, Caroll veniva considerata “un uccello raro di Hollywood”, una “bomba pronta a scoppiare”. Sembrava quasi non esistere un limite al suo “potenziale artistico”.

Dopo “Il grande sentiero” di John Ford, appare ”La donna che non sapeva amare” (1965), Divorzia da Jack Garfein e si trasferisce in Italia dove gira per lo più gialli, per la regia di Umberto Lenzi, e “Il coltello di ghiaccio” di Marco Ferreri

Fu qui, che la dinamica attrice diede sfogo alla verve di scrittrice

«In Italia sentii di poter scrivere le mie “memorie”. La classica Nazione offriva soggetti, idee, propositi a piene mani. Bastava aprire uno dei cento, mille libri storici, letterari dell’Italia per ispirarmi, cosa che non trovai allorchè mi portai in Messico, Spagna, Germania e Inghilterra», ebbe a dirci durante la Prima Mondiale del “Carpetbagger” a New York.

«Mi sentivo di essere tornata una “work machine” – confessò -, non sapevo più chi ero, mi sembrava di essere più un relitto umano distaccato dalla realtà e la mente esplodeva. Si, sono il prodotto di una “broken home”, ero impegnata con le macchine da presa, la mia vita poteva essere paragonata ad una “soap opera”. Il mio matrimonio era sfaldato, sposato l’uomo che mi aveva stuprato quando ero vergine, sono indebitata, emozionalmente paralizzata dalla disperazione».

«Intanto - continua Carroll - sulla mia vita trascorrevano due divorzi e quando vidi ”Rebel without a Cause” alla Tv, piansi tanto dicendo a me stessa: ”Sono stata una stupida, tu potevi essere nel film con James Dean”, ma uno dei miei esaurimenti nervosi mi suggerì di tener duro alla offerta del film ”Baby Doll “ che al suo arrivo provocò commenti, qualche lacrima fasulla della Legion of Decency, la quale sollecitò i cattolici a boicottare il film».

Correva il 1956 e l’attrice raggiunge la notorietà e la sua maggiore affermazione con Baby Doll di Elia Kazan, l’evento “master” della sua vita e meritati Oscar. «Alla fine di “Giant” di Tennessee Williams con Kazan che aveva scelto me anzichè Marilyn Monroe per il ruolo centrale del film Baby Doll, dovetti lottare contro il ruolo nynphomaniaco scaricato su di me, ma avendo ancora il contratto valido con lo studio, la faccenda si concluse positivamente». Agli inizi del 1987 nel film “Ironweed”, Carroll ha lavorato al fianco di Merryl Streep e Jack Nicholson, mentre in “Un poliziotto alle scuole elementari” del 1990 si cimenta in un ruolo comico, accanto ad Arnold Schwarzenegger.

Carrol Baker vive oggi a Londra da "donna normale. Qui posa dinanzi al manifesto di Giant

Il suo ultimo film è del 2000. Con 83 primavere sulle spalle ed il terzo marito, Donald Burton, l’arzilla Carroll, divenuta londinese, sta preparando un’ennesima Biografia “che conterrà materia esplosiva”.  «Sono una donna normale adesso, ho i capelli sciolti e non devo essere sexy, si, soltanto una normale donna, ma nessuno sino ad ora mi ha chiamato per una parte simile», e intanto ricorda ed elogia la schiera delle brave doppiatrici che l’hanno fatta parlare italiano nei suoi film: Fiorella Betti, Maria Pia Di Meo, Vittoria Febbi, Lydia Simoneschi, Rossella Izzo e Paola Mannoni.

di Lino Manocchia

Nato a Giulianova il 20 febbraio del 1921. Nel corso della sua lunghissima carriera negli Usa, dove si è trasferito nel '50, ha incontrato ed intervistato i personaggi più famosi e potenti del mondo.

Commenti

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