di Achille Bonito Oliva. 20 luglio ore 19.00 Museo Vittoria Colonna / Piazza della Rinascita Pescara - La mostra resterà allestita dal 20 luglio al 20 ottobre 2012 - Nello spazio/tempo della mostra molti prestigiosi incontri con gli autori di fama internazionale coinvolti nel progetto, come Achille Bonito Oliva, Oliviero Toscani, Mario Botta, Elio Fiorucci, Silvia Evangelisti, Anna Mattirolo, Gabriele Basilico autore invitato per l’edizione 2012/2013. www.fondazionearia.it
Fondazione ARIA, con il progetto Territorio Abruzzo, e la direzione artistica di Achille Bonito Oliva , che vive, racconta e costruisce la storia dell’arte, incontra i testimoni del nostro tempo in una serie di appuntamenti per parlare dell’arte, degli artisti e di questo tempo presente, con il desiderio di leggere, capire e ridisegnare la vita che ci circonda.
ARIA nasce con l’obiettivo di trovare spazio per l’arte nel quotidiano. Uno spazio che sappia essere discreto, ma ineludibile. Uno spazio dell’arte che sappia interagire con la vita che intuisce e anticipa, per riaccendere il pensiero comune, il senso di appartenenza alla società.
Il luogo storicamente deputato alla costruzione del pensiero comune, da cui deriva l’identità dei singoli è la greca agorà, che si è evoluta nei secoli interpretando di volta in volta il pensiero delle civiltà che la esprimevano; la piazza che nei momenti più bui delle società ridiventa luogo d’incontro, di protesta ove rimettersi in gioco come cittadini e non più, solo come individui.
Allora il luogo ideale per questa prima esposizione di Fondazione ARIA: Razza Umana, è la piazza nel senso della greca agorà. Così l’arte esce dal museo e ritorna con forza e prepotenza nel suo vero spazio vitale, perché: “arte è l’espressione delle emozioni, esagerare fa bene, è un esercizio delle passioni, dalle quali veniamo sempre più allontanati nella realtà analgesica in cui viviamo.” Oliviero Toscani - Non sono obiettivo -2001. I giganti della Razza Umana li trovi li in quello spazio a sinistra, nel cuore storico di Piazza Salotto, dove i giovani degli anni ottanta sognavano mondi nuovi. Li trovi li a piccoli gruppi, sempre presenti, che chiacchierano, discutono, progettano e con la loro “presenza esagerata”, richiamano i cittadini di Pescara (d’Abruzzo e del mondo), a rivedere, riprogettare di nuovi sogni il proprio spazio, il proprio quotidiano.
Mariantonietta Firmani - presidente Comitato Scientifico di Fondazione ARIA.
“RAZZA UMANA è uno studio socio-politico, culturale e antropologico. Fotografiamo la morfologia degli esseri umani, per vedere come siamo fatti, che faccia abbiamo, per capire le differenze. Prendiamo impronte somatiche e catturiamo i volti dell’umanità.”
Oliviero Toscani
“Paul Klee diceva che l’arte può rendere visibile l’invisibile. Oliviero Toscani ha sempre lavorato per smantellare i complessi d’inferiorità che la fotografia aveva, prima nei confronti della pittura e poi verso il cinema. Questo è quello che ha praticato finanche riuscendo, senza moralismo, a dimostrare che si poteva accettare la committenza pubblicitaria senza fare apologia del reale.
E sono d’accordo con Toscani che questo, alla fine, è il problema di ogni artista, perché lo considero artista avendogli dato alla Biennale del ‘93 una sala personale nella edizione “Aperto ‘93 emergenze”, perché il suo lavoro, cogliendo anche l’emergenza spirituale, conferma il valore dell’arte che è la coesistenza delle differenze.
Nel set di RAZZA UMANA, per la realizzazione di questa grande opera che Oliviero sta producendo per la metropolitana di Napoli dove in 100 metri immortala 1.500 persone, ho visto come lavorava, con questa capacità di sviluppare il fotografo individuale in fotografo plurale,attraverso tutto il suo staff.
Con RAZZA UMANA Toscani riesce a stabilire un rapporto quasi socratico con le persone di strada, dove allestisce un piccolo set fotografico con panno, come si faceva una volta, ma senza regressione o gioco di estetismo antiquariale, Toscani segue la necessità del momento, dello scatto della fotografia con la quale coglie, ferma, fotografa per costruire questa enciclopedia la plurale dell’umanità ma per farla coesistere. Non per tratteggiare differenze fisiognomiche ma per dimostrare che queste differenze arricchiscono l’umanità. Allora tornando alla prima domanda: a cosa serve la fotografia, rispondo: la fotografia serve a rendere plurale il soggetto, a potare l’artista fuori dal proprio delirio di onnipotenza, ad indicare la possibilità di convivenza, diciamolo.”
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