La
performance Shit si compone di
tre momenti distinti
Prima di tutto l’ideazione di contenitori ecologici di deiezioni canine, con dispenser di palette incorporato che risponde al bisogno di ripulire i parchi italiani dagli escrementi degli animali domestici.
Di qui l’idea, già diffusa all’estero, di inventare dei dispenser metallici che contengano palette utili allo scopo. L’originalità del progetto Discarded sta nella personalizzazione di queste palette, customizzate con stampe serigrafiche in bianco/nero e a colori che presentano iconografie grafiche e stilizzate dedicate agli annosi problemi della fame e della mortalità infantile del terzo mondo e delle vittime innocenti di guerra. Il profilo di due bambini in primo piano, oppure il mirino centrato su un gruppo di adolescenti sono disegni adattati al materiale e alla forma dell’oggetto, aumentano la capacità espressiva del segno stesso.
Prima di tutto l’ideazione di contenitori ecologici di deiezioni canine, con dispenser di palette incorporato che risponde al bisogno di ripulire i parchi italiani dagli escrementi degli animali domestici.
Di qui l’idea, già diffusa all’estero, di inventare dei dispenser metallici che contengano palette utili allo scopo. L’originalità del progetto Discarded sta nella personalizzazione di queste palette, customizzate con stampe serigrafiche in bianco/nero e a colori che presentano iconografie grafiche e stilizzate dedicate agli annosi problemi della fame e della mortalità infantile del terzo mondo e delle vittime innocenti di guerra. Il profilo di due bambini in primo piano, oppure il mirino centrato su un gruppo di adolescenti sono disegni adattati al materiale e alla forma dell’oggetto, aumentano la capacità espressiva del segno stesso.
Stridente
è il contrasto tra queste tematiche oggi così serie ed urgenti e
l’apparente futilità del prodotto che le veicola, ma il
cortocircuito che si innesca consente di veicolare una forte istanza
di denuncia sociale in un’azione apparentemente banale.
Dall’idea
gli autori sono passati alla vera e propria prototipazione e
realizzazione in grandi quantitativi sia delle palette di cartone su
cui sono stampati i soggetti, sia dei veri e propri dispenser che li
contengono. Infine, ultima fase, la distribuzione attraverso una vera
e propria azione performativa.
La
prima tappa di questa azione è stata presenta a Praga, dove gli
autori hanno inserito 6.000 palette personalizzate all’interno dei
dispenser già presenti nei circuiti cittadini.
Nella
seconda tappa a Montesilvano, città di provenienza degli autori,
l’azione è stata progettata in accordo con l’amministrazione
comunale, in quanto nei luoghi della città debitamente adibiti
verranno installati sia i dispenser che il rifornimento delle
palette.
Come
in una vera e propria performance di Street Art, gli artisti si
inseriscono nel tessuto urbano e diffondo i loro segni etici e i loro
messaggi estetici nelle vie, nelle piazze, nei parchi, sotto gli
occhi degli avventori che incappano nell’uso dei prodotti. Oltre ad
essere demistificante e provocatoria, la performance Shit
di
Discarded contribuisce all’abbellimento e al decoro est(etico)
degli spazi di pubblico dominio, quale dovrebbe essere il compito
originario della Street Art.
In
questa direzione il ruolo degli autori si avvicina molto alla
funzione dell’arte sociale teorizzata da Joseph Beuys negli anni '
70 e ' 80, il quale sosteneva che “ogni essere umano è un artista
sociale. Con arte sociale intendo l'avvento di una nuova arte, di cui
gli uomini sono partecipi, alla quale non soltanto possono, ma devono
partecipare... il concetto ampliato di arte genera l'arte sociale
come nuova disciplina".
A
tal proposito è chiarificatrice la performance realizzata da Beuys
al Museo Federiciano di Kassel nel 1982, durante la settima edizione
di «Documenta», quando accumulò davanti al museo un mucchio di
7.000 pietre di basalto che corrispondevano alla piantumazione di un
albero. Chiunque, in cambio di una somma di denaro, poteva
partecipare all’azione "adottando" una di quelle pietre,
e la somma ricavata sarebbe servita a piantare una quercia. Così,
man mano, il mucchio di pietre si ridusse, fino a scomparire, e
settemila nuove querce comparvero negli spazi circostanti la città
di Kassel.
Questa
operazione suscita qualche interrogativo sui significati e gli
intenti dell’arte. L’opera di Beuys, come anche quella di
Discarded, non può essere acquistata né venduta, non può essere
esposta in modo tradizionale, non può neppure essere fruita come
puro fatto estetico, in quanto non si riduce a quello.
Si
tratta di un concetto di "arte" sicuramente diverso da
quanto finora visto. E tuttavia il significato profondo e suggestivo
dell’operazione di Beuys, e parallelamente in questa di Discarded,
è che gli artisti hanno certamente creato qualcosa di concreto, ma
ciò che hanno veramente dimostrato è che la nostra sensibilità
verso i valori e i significati della vita aumenta se vi è la
mediazione dell’arte. Piantare degli alberi, così come utilizzare
una paletta per escrementi è un’operazione che quotidianamente
viene svolta in diverse parti del mondo, eppure, se nella sua
banalità la si riveste di significati e di messaggi profondi,
diventa un rito collettivo che calamita l’attenzione di tutta la
pubblica opinione sui temi di denuncia sociale messi a fuoco. È
infatti con la partecipazione inconsapevole di ciascun individuo che
si completa quella forma di illuminazione e di risveglio delle
coscienze collettive.
Ecco,
dunque, chiarito il nuovo ruolo dell’artista, e di Discarded, nella
società contemporanea: ritrovare quei percorsi di vita che ci
riportino ad apprezzare l’estetica in collegamento con l’etica,
riconoscendo i «significati» e i «valori» che ci circondano e ai
quali non possiamo rinunciare.
Discarded
è un progetto di arte e design che compenetra indissolubilmente
nell’opera finale pensiero-azione, ideazione-produzione,
etica-estetica.
Discarded
asce dalla mente brillante e illuminata di due fratelli che, stanchi
del fallimento delle loro idee e delle loro iniziative, decidono di
trasformare il fallimento in linfa vitale per le loro nuove missioni.
In
un percorso inverso rispetto al pensiero corrente che deprime
l’insuccesso, il fallimento diventa slancio finale per la
concretizzazione delle utopie. Punto di partenza sono le idee e i
progetti scartati (discarded,
appunto) che, senza vincoli o limiti d’azione, possono dare vita a
opere creative autoprodotte in maniera indipendente e finalizzate
alla collettività, secondo un concetto di arte sociale che fa
riflettere l’individuo sui problemi che lo coinvolgono
quotidianamente.
Discarded
parte dal presupposto che tutto ciò che ci circonda è il risultato
di una selezione estetica di convenienza che favorisce il bello al
brutto, il politically correct alla provocazione, il consueto alla
novità.
Discarded
prende vita come un fumetto, un personaggio disegnato e casualmente
recuperato dal cestino delle idee scartate, che vuole rappresentare
metaforicamente, a detta degli autori, l’esternazione di questi
insuccessi.
Il
progetto Discarded, come il suo personaggio, vuole avere a che fare
con tutto ciò che è stato scartato o ritenuto tale dal sentimento
comune, riportandone alla luce, con le varie action e performance, la
genialità, la creatività, o semplicemente la semplice normalità
del pensiero che vi è dietro.
Come
in ogni progetto che si rispetti, dalla teoria del concetto si passa
alla pratica dell’azione. Le azioni performative diventano il
momento essenziale in cui si dispiega al pubblico il pensiero di
Discarded sotto forma di progetti appositamente creati per la
ricezione e la partecipazione arriva dei fruitori. Ci troviamo di
fronte a semplici oggetti o prodotti di uso comune (coperte, palette
per la pulizia degli escrementi) che presentano particolari
elaborazioni grafiche e serigrafiche, diventando il tramite per una
riflessione più ampia su alcuni meccanismi di convivenza sociale e
di responsabilità etica che dovrebbero appartenere a ciascuna
comunità civile.
In
Blanket,
come in Shit,
l’opera artistica si completa con la distribuzione della coperta e
dei dispenser-palette all’uomo della strada. Se l’opera rimanesse
un mero accessorio privato, verrebbe meno tutta la complessità della
costruzione concettuale che la sorregge.
La
prima azione dell’opera di Discarded, intitolata Blanket,
realizzata nel novembre 2010 a New York. In questa performance, che è
diventata un manifesto programmatico degli autori, assume una
particolare rilevanza la modalità espressiva e formale del lavoro.
Con
Blanket,
il messaggio creativo ed estetico dei Discarded viene riprodotto su
una coperta che poi viene distribuita a persone senzatetto.
L’accostamento tra l’omino Discarded e l’homeless nasce dalla
convinzione che il senzatetto debba essere considerato uno “scarto”
della società, un derelitto, un disadattato, un diverso che viene
relegato ai margini della collettività.
Nel
progetto Blanket
gli autori hanno voluto donare gratuitamente ai senzatetto delle
coperte sulla cui superficie sono stati stampati con tecnica
serigrafica alcuni disegni in bianco e nero. Il personaggio Discarded
si confronta nella vignetta con loghi ed immagini noti al pubblico
(come Apple, Pepsi, Virgin, Bacardi ecc...), quale espressione di un
potere delle aziende multinazionali e di uno strapotere dei marchi
che alimentano un monopolio delle attività produttive a discapito
dello sfruttamento di manodopera a basso costo.
L’apposizione
di questi segni e loghi, divenuti icone del nostro tempo, su un
oggetto anonimo come la coperta donata ai senza tetto, permette di
evidenziare il contrasto che si instaura tra l’esaltazione di
questi prodotti di consumo, divenuti ormai familiari e consueti nella
quotidianità e l’emarginazione di questa umanità di cui spesso
non conosciamo neanche il nome.
Discarded
vuole rappresentare l’uomo comune, il Charlie Brown dei fumetti,
l’adorabile perdente che non ha realizzato grandi opere o imprese,
ma vive la sua vita nella normalità e con la propria identità
personale, interrogandosi sulla validità e autenticità delle
classifiche di valore messe in piedi dalla società attuale.
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