Carandini lancia poi una sfida alle istituzioni, quanto al recupero di una reale visibilita' per il grande pubblico del sito: "Per farlo vedere serve l'intesa di Stato, Comune, Provincia, e forse anche dell'Universita', per creare un percorso, che -sottolinea Carandini- e' possibile realizzare, che vada dal Palazzo della Provincia alla Colonna Traiana e da questa alle aule scavate a Palazzo Venezia".
Per la prima volta, viene identificato, infatti, il luogo esatto in cui fu eretto il Tempio dei Divi Traiano e Plotina, un tassello del puzzle dei Fori Imperiali che ancora mancava all'appello.
Con l'esatta identificazione dell'area occupata nel Foro di Traiano, a Roma, del Tempio dedicato all'imperatore Traiano ed a sua moglie "cambia moltissimo l'interpretazione del sito, il Tempio completa, colmando uno spazio vuoto, l'architettura di Apollodoro di Damasco". Cosi' l'archeologo Andrea Carandini, professore emerito di archeologia Classica a 'La Sapienza', spiega, il senso della scoperta, descritta dallo stesso Carandini, insieme ai colleghi Fabio Cavallero e Paolo Carafa, sul nuovo fascicolo di 'Archeologia Viva'.
"Lungo il grande muro che recingeva l'area del Tempio - continua l'archeologo Cavallero - possiamo immaginare colonne aggettanti su un alto plinto che decoravano la nuova area sacra e inquadravano l'ingresso di età traianea sull'esempio della biblioteca di Atene voluta dallo stesso Adriano".
Una sfida, per Carandini, sarebbe quella di recuperare l'area e aprirla al pubblico: "Per farlo vedere serve l'intesa di Stato, Comune e Provincia, e forse anche dell'Universita', per creare un percorso che è possibile realizzare, che vada da Palazzo Valentini alla Colonna Traiana e da questa alle aule scavate a Palazzo Venezia"
(Adnkronos) -
Per la prima volta, viene identificato, infatti, il luogo esatto in cui fu eretto il Tempio dei Divi Traiano e Plotina, un tassello del puzzle dei Fori Imperiali che ancora mancava all'appello.
Con l'esatta identificazione dell'area occupata nel Foro di Traiano, a Roma, del Tempio dedicato all'imperatore Traiano ed a sua moglie "cambia moltissimo l'interpretazione del sito, il Tempio completa, colmando uno spazio vuoto, l'architettura di Apollodoro di Damasco". Cosi' l'archeologo Andrea Carandini, professore emerito di archeologia Classica a 'La Sapienza', spiega, il senso della scoperta, descritta dallo stesso Carandini, insieme ai colleghi Fabio Cavallero e Paolo Carafa, sul nuovo fascicolo di 'Archeologia Viva'.
"Lungo il grande muro che recingeva l'area del Tempio - continua l'archeologo Cavallero - possiamo immaginare colonne aggettanti su un alto plinto che decoravano la nuova area sacra e inquadravano l'ingresso di età traianea sull'esempio della biblioteca di Atene voluta dallo stesso Adriano".
Una sfida, per Carandini, sarebbe quella di recuperare l'area e aprirla al pubblico: "Per farlo vedere serve l'intesa di Stato, Comune e Provincia, e forse anche dell'Universita', per creare un percorso che è possibile realizzare, che vada da Palazzo Valentini alla Colonna Traiana e da questa alle aule scavate a Palazzo Venezia"
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