Progetto presentato in convegno in onore di Rita Levi Montalcini
ROMA - Potrà essere pronta nel 2030 la prima riproduzione su computer dell'attività del cervello umano. La ricerca è già partita: "se potremo simulare l'attività del cervello potremo simulare anche quello che accade quando si ammala", ha detto il responsabile del progetto, Idan Segev, dell'Università Ebraica di Gerusalemme, nel convegno sulle nuove frontiere della ricerca sul cervello "The Brain Revolution", organizzato oggi a Roma per i 101 anni del Nobel Rita Levi Montalcini.
L'incontro, che riunisce esperti internazionali di neuroscienze, è organizzato con il supporto della Camera di Commercio di Roma e diffuso via internet con la possibilità di porre domande agli esperti online. Rita Levi Montalcini ha inviato soltanto un saluto in collegamento video, ringraziando e osservando che "gli argomenti trattati in questo incontro rappresentano una rivoluzione nella nostra conoscenza del cervello". Il Brainforum in onore del Nobel si svolge a Roma "per riattivare il circuito virtuoso tra università, mondo della ricerca e sistema imprenditoriale", ha osservato il presidente della Camera di Commercio di Roma, Andrea Mondello.
In rapporto fra cervello e computer è uno dei temi di punta del convegno e il progetto che punta a utilizzare uno dei più potenti supercomputer del mondo per riprodurre il funzionamento del cervello umano è tra le ultime frontiere. Il progetto, coordinato da Segev, è internazionale e si chiama Blue Brain. Il primo passo, ha spiegato, è stato organizzare la corteccia cerebrale in colonne: piccoli frammenti che comprendono 10.000 cellule collegate fra loro da miliardi di connessioni chiamate sinapsi. "Si nasconde in queste connessioni il segreto della creatività e della capacità di adattarsi", ha detto. "Adesso stiamo cercando di riprodurre sul computer queste colonne corticali", un'operazione per la quale i ricercatori utilizzano il supercomputer Blue Gene delal Ibm, lo stesso con cui è stata ottenuta la mappa del Dna umano.
"La colonna corticale - ha aggiunto Segev - può essere considerata una sorta di codice universale del cervello". Si comincia con il replicare singoli frammenti di corteccia fino a simulare il comportamento di 100.000 cellule collegate tra loro da 10 miliardi di sinapsi e 4 chilometri di fibre. "In tre anni contiamo di ottenere il primo modello completo del cervello di topo", dopodiché si passerà a cervelli sempre più complessi, come quello del gatto, della scimmia e, nel 2030, dell'uomo.
ROMA - Potrà essere pronta nel 2030 la prima riproduzione su computer dell'attività del cervello umano. La ricerca è già partita: "se potremo simulare l'attività del cervello potremo simulare anche quello che accade quando si ammala", ha detto il responsabile del progetto, Idan Segev, dell'Università Ebraica di Gerusalemme, nel convegno sulle nuove frontiere della ricerca sul cervello "The Brain Revolution", organizzato oggi a Roma per i 101 anni del Nobel Rita Levi Montalcini.
L'incontro, che riunisce esperti internazionali di neuroscienze, è organizzato con il supporto della Camera di Commercio di Roma e diffuso via internet con la possibilità di porre domande agli esperti online. Rita Levi Montalcini ha inviato soltanto un saluto in collegamento video, ringraziando e osservando che "gli argomenti trattati in questo incontro rappresentano una rivoluzione nella nostra conoscenza del cervello". Il Brainforum in onore del Nobel si svolge a Roma "per riattivare il circuito virtuoso tra università, mondo della ricerca e sistema imprenditoriale", ha osservato il presidente della Camera di Commercio di Roma, Andrea Mondello.
In rapporto fra cervello e computer è uno dei temi di punta del convegno e il progetto che punta a utilizzare uno dei più potenti supercomputer del mondo per riprodurre il funzionamento del cervello umano è tra le ultime frontiere. Il progetto, coordinato da Segev, è internazionale e si chiama Blue Brain. Il primo passo, ha spiegato, è stato organizzare la corteccia cerebrale in colonne: piccoli frammenti che comprendono 10.000 cellule collegate fra loro da miliardi di connessioni chiamate sinapsi. "Si nasconde in queste connessioni il segreto della creatività e della capacità di adattarsi", ha detto. "Adesso stiamo cercando di riprodurre sul computer queste colonne corticali", un'operazione per la quale i ricercatori utilizzano il supercomputer Blue Gene delal Ibm, lo stesso con cui è stata ottenuta la mappa del Dna umano.
"La colonna corticale - ha aggiunto Segev - può essere considerata una sorta di codice universale del cervello". Si comincia con il replicare singoli frammenti di corteccia fino a simulare il comportamento di 100.000 cellule collegate tra loro da 10 miliardi di sinapsi e 4 chilometri di fibre. "In tre anni contiamo di ottenere il primo modello completo del cervello di topo", dopodiché si passerà a cervelli sempre più complessi, come quello del gatto, della scimmia e, nel 2030, dell'uomo.
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