Ombre, spiritualità e religione.

Qual è la differenza tra religione e spiritualità? In molti confondono questi due concetti molto diversi tra loro.
La religione, che alcuni fanno derivare da religere (avere cura, riguardo), altri da religare (unire insieme), descrive, già dall'etimologia, l'immagine di tante persone nell'atto di credere e pregare insieme una divinità.
In sostanza le religioni sono tante e molte si sono combattute tra loro, alcune ancora lo fanno. Nei secoli, in nome del proprio Dio, molte religioni hanno trascurato di stare insieme a pregare, aiutarsi in mutuo soccorso, essere vicini l'uno all'altro per uccidere il fratello che, per sua cultura è cresciuto con un credo diverso.
La spiritualità è ben altra cosa.
La sua etimologia affonda le radici nella parola latina Spiritus che significa, pensiamo un pò, alito di vento, soffio. Quello stesso soffio che dà vita ad ogni cosa, la anima, la rende unica e capace di esprimersi. Ognuno ha un suo soffio dentro che lo spinge ad attivarsi, a provare emozioni, a riconoscersi come essere unico e irripetibile. Quel soffio che rappresenta un'incorporeità che si percepisce, non la si può negare a se stessi e ogni persona interpreta a modo suo, descrivendola diversamente.
Un religioso può essere estremamente spirituale ma, si deve ammettere che non tutti coloro che dedicano la loro esistenza a cercare di onorare quel soffio di vita sono religiosi. Spesso capita che siano atee ma estremamente rispettosi della vita, intesa come mondo animale e vegetale, non solo per gli altri esseri umani.
Questo è difficile da confutare.
Purtroppo l'aspetto più personale e intimo del rapporto che gli individui hanno con la loro essenza non viene affrontato spesso.
L'unico terreno di studio in cui si cerca di approfondire questo argomento è solo ed esclusivamente la filosofia, la madre di tutte le scienze. Bisogna ammettere che non è mai stato fatto uno sforzo calibrato per divulgarne i concetti. Mentre tutti non hanno trovato difficoltà ad imparare ad andare su internet e usare funzioni tecnologiche difficili, la filosofia si presenta ancora come complicata e per molti inutile, anche se poi è accessibile a tutti perchè parla del pensiero dell'Uomo e cerca di rispondere alle domande che tutti si fanno: chi siamo, da dove veniamo, dove andremo, perchè siamo qui?
Chi conosce la filosofia, però, decide le sorti del mondo, i più grandi strateghi politici hanno tutti studiato filosofia. I più grandi.
In questa epoca, nonostante si facciano passi da giganti in molti campi, non si riescono a risolvere problemi basilari che convivono con noi, con il nostro quotidiano ma rimangono sempre lì: la fame nel mondo, le guerre, le persecuzioni.
Sembra che la società sia addormentata e appare aituata a convivere con tali problemi ma non è così.
E mentre in alcuni Paesi mediorientali bruciano la croce cristiana, il cattolicesimo s'impegna nel nostro Paese a non voler trovare una soluzione con i laici per il crocefisso nelle scuole e luoghi pubblici.
Per superare questo momento in cui si ha la percezione di poter evolvere la società, non solo italiana ma mondiale, grazie a quella che passa alla storia con il nome di globalizzazione, si dovrebbe riflettere sulle ombre. Jung, Robert Bly, Hillmann e tanti altri ricercatori hanno spiegato che tutti i soprusi, violenze, prepotenze che si subiscono inevitabilmente, non è dato sapere quando, verranno proiettate sul prossimo.
Ma questo fa male sia a noi, sia a chi si pone come schermo cinematografico su cui poter vedere quello che siamo e non accettiamo di essere.
Tanta violenza è passata attraverso i secoli e se non riflettiamo, per un attimo, sul concetto di spiritualità, diversità di pensiero, di scelta, di affinità con il prossimo a prescindere dalla religione professata o in quello in cui si crede, perderemo l'occasione di elevare la qualità del nostro pensiero, cultura, vita. Soprattutto si perderà l'opportunità di cogliere quel soffio dentro ognuno di noi e confrontarlo con l'altro.
Un lavoro simile deve essere fatto non solo individualmente ma deve essere portato avanti anche da chi pretende il voto, da chi è ministro di una religione, da tutti.
Quando vogliamo ostacolare l'altro dobbiamo sempre chiederci: Perchè sento di farlo?
Dobbiamo sforzarci di trovare un terreno su cui far vivere le idee e le convinzioni dell'altro e le proprie affinchè nessuno possa spingerci ad odiare qualcuno solo perchè ha scelto un percorso diverso dal mio.
Se proprio devo provare un sentimento negativo per qualcuno che sia per un motivo personale e serio e non per una idea diversa dalla mia.
Sarebbe ora di compiere un tale passo, seppur difficile ma non impossibile.

Commenti

Anonimo ha detto…
Perche non:)