La logica risponde al dogma dell’inferno eterno I parte

In questo articolo Gaetani si pone delle domande cercando di spiegare l'illogicità dell'Inferno, sia come luogo e sia come punizione.

I cristiani, oggi, molto più che in passato, quando si affronta il tema del demonio e dell’inferno, inevitabilmente si pongono delle domande ragionevoli che mettono in crisi questa visione ancora medievale del cristianesimo, che ammette al suo interno la presenza di questo presunto essere spirituale (Lucifero), diventato malvagio perché voleva essere uguale a Dio e Dio stesso lo avrebbe precipitato all’inferno.
Ma ancor più il problema investe il tema dell’inferno eterno.
Tempo fa su Repubblica veniva riportata una frase dell’attuale papa che affermava: "Chi pecca e non si pente finisce all’inferno, il quale è eterno".
A parte il fatto che un’espressione così dura, che sembrerebbe porre il papa stesso al riparo da questa eventuale possibilità di fallimento della propria vita, è indice di scarsa sensibilità umana da parte di chi dovrebbe avere a cuore l’esaltazione della dignità dell’uomo, la cosa che più offende è affermare con verità dogmatica una presenza reale che tale non è. Queste affermazioni rasentano il plagio e rovinano le coscienze già a cominciare dalla tenera età. Nella mia esperienza di ascolto dei ragazzi, dei giovani, laureati e non, ho constatato il loro grande disagio rispetto ad una teologia alquanto negativa, fondata sul terrore e che li porta ad allontanarsi dalla comunità cristiana.
Le domande che porrò tra breve cercano di interpretare i sentimenti di questi giovani che hanno una notevole apertura mentale e che rifiutano categoricamente una fede cristiana a loro dire “oscura, piena d’insidie e che insinua nell’animo solo tristezza”.
Nella nostra analisi di questo tema molto delicato, poniamoci subito delle domande logiche e, per un momento ammettiamo, pur per assurdo, che esista quel famigerato Lucifero di cui abbiamo già dimostrato l’inesistenza.
Ci servirà a chiarire una volta per tutte l’infondatezza, prima logica e poi teologica, dell’esistenza dell’inferno e, di conseguenza, anche di questo inquietante personaggio che lo abiterebbe.
Chiediamoci innanzitutto: Come può esistere un luogo di dannazione eterna per un angelo ribelle a Dio? Se Dio l’ha destinato all’inferno, come ci afferma la teologia cattolica (solo perché questo angelo voleva essere come Dio), significa che c’era un inferno già esistente? Ma può Dio aver creato un inferno eterno prima che Lucifero peccasse? Dio non può creare una realtà negativa. Allora dovremmo ipotizzare che possa esistere un inferno “al di fuori” di Dio? Ma nei confronti di Dio, si può dire che esista un “dentro” e un “fuori”? Allora Dio non è il Tutto? Oppure è la ribellione dell’angelo stesso (Lucifero) a generare un inferno? Ma può un peccato, anche se grande, nei confronti di Dio, generare un inferno eterno? Può, un peccato commesso da un angelo, che è pur sempre una creatura “finita” e “imperfetta”, generare un luogo di pena “infinito”, infinito in quanto la pena è “eterna”, quindi anch’essa infinita? Non c’è troppa sproporzione tra la colpa commessa (Lucifero è pur sempre una creatura) e la pena eterna conseguente a tale colpa?
Se tocchiamo ora il tema della libertà su cui si fonda tutto il Cristianesimo, in riferimento alla fede dell’uomo come risposta “LIBERA” a Dio che lo interpella, vedremo che sorgono domande a cui non c’è risposta. Vediamo: Se Dio ha dato la libertà alle sue creature, per cui esse possono decidere liberamente di ribellarsi a Dio ma anche di obbedirgli, come è possibile che, dopo una sola ribellione al Creatore, l’angelo ribelle non ha più la facoltà di pentirsi per ritornare a Dio? Forse che Dio ha tolto all’angelo ribelle il dono della libertà, dopo che questi ha peccato? Ma allora Dio prima fa dono della sua libertà ad una creatura e poi gliela toglie? Stando così le cose, allora, il Creatore muta nei suoi sentimenti verso la creatura ribelle? Ma se è così anche noi siamo spacciati quando commettiamo una colpa grave? La teologia cattolica non ci assicura, però, che ad ogni peccato può seguire un pentimento e un ravvedimento? Se sono vere entrambe le cose, Dio allora usa due pesi e due misure, condannando l’angelo ribelle all’inferno e perdonando, invece, l’uomo che si pente? E’ possibile che l’uomo possa pentirsi e Lucifero no? Questo significa che Lucifero non è più libero di aderire a Dio, dopo aver commesso un peccato di ribellione a Lui? Ma se questo è vero e Lucifero viene privato della libertà di pentirsi, non viene ridotto, Lucifero stesso, ad un automa senza libertà? A questo punto non può più chiamarsi “creatura”, poiché ciò che caratterizza lo stato di creatura è proprio la “libertà”. Ora, se Lucifero non ha più la libertà di pentirsi, come fa ad avere ancora la libertà di tentare gli uomini? Dunque, se è vero anche questo, egli è soggetto a Dio; ma se è soggetto a Dio perché privato della libertà e non può, per lo stesso motivo, tentare l’uomo, da chi viene tentato l’uomo? Forse da Dio? Cerchiamo di spiegare meglio: La libertà, in una creatura, permette, alla stessa, di avere la facoltà di compiere il bene e il male nella stessa misura.
Se Dio lo priva della libertà di poter tornare pentito a Lui, cacciandolo all’inferno che è eterno, vorrà dire che Lucifero non potrà più fare il bene, ma, allora, non può fare più neanche il male, se è vero che essere liberi significa poter scegliere liberamente il bene o il male! Con queste premesse, come facciamo ancora ad affermare che Egli tenta l’uomo al male e, cosa ancora più grave, che abbia la possibilità di possedere un uomo? Se Lucifero non può fare più nulla, né il bene né il male, perché privato della libertà, chi è che tenta l’uomo? Forse Dio? Impossibile.
Forse Dio, servendosi di Lucifero ridotto a marionetta eseguitrice di ordini da parte di Dio? Allora Dio è un tiranno? E la figura del Padre misericordioso presentataci da Gesù che fine fa? Gesù, in definitiva, ci ha mentito sul Padre? Oppure Gesù ci ha mostrato una misericordia che era solo sua e non corrisponde al voto del Padre?
Ci rendiamo conto che più andiamo avanti nelle domande e più ci cacciamo in un vicolo cieco? Se ciò non bastasse vi rimando alla seconda parte, nel prossimo articolo.

Commenti

Anonimo ha detto…
mi sembra un discorso logico, troppo logico. In realtà la colpa degli angeli, il valore della loro scelta, non possiamo valutarlo noi. Se dalla ribellione di Lucifero è nato l'inferno vuol dire che la sua decisione è stata molto grave. Resta il fatto che i santi parlano di questa realtà, e lo stesso Cristo la cita.
Perchè parlarne in termini precisi, come ha fatto il papa, dovrebbe essere mancanza di sensibilità? può essere un'occasione per riflettere e pentirsi, la verità è spesso dura.