L' associazione si occuperà della divulgazione e della pubblicazione di nuove ricerche sulla storia locale
di Rosaria Maresca
PESCARA, 9 Novembre ’09 – Sabato mattina, nell’auditorium dell’Archivio di Stato di Pescara e dinanzi ad un numeroso pubblico, si è svolta la cerimonia di presentazione di una neonata Associazione – e fin qui niente di straordinario commen-teranno i più, – ma se la realtà in questione nasce sotto l’egida dello stesso Archivio ed è patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali allora la prospettiva acquista un pizzico di prestigio e di impor-tanza.
A presenziare l’evento, cariche istituzionali, studiosi e professionisti di tutta l’area metropolitana. La Dott.ssa Maria Teresa Iovacchini, Direttrice dell’Archivio, facendo gli onori di casa e ringraziando gli intervenuti, ha subitamente descritto la proA.S.Pe (ecco svelato il nome) spiegando le dinamiche della sua nascita : «Questa Associazione è un legame per i tanti ricercatori che frequentano il nostro Archivio. L’idea, praticamente, è sorta l’anno scorso, allorquando un gruppo di studiosi di vecchia data mi ha espresso il desiderio di far nascere qualcosa che potesse contribuire alla divulgazione dei loro studi approfonditi proprio presso la nostra struttura. È un piacere, dunque, che essa sia venuta alla luce ed è un piacere che la diffusione della storia locale possa avvenire in un contesto ufficiale », affermazioni ribadite dall’ Avv. Fabrizio Rapposelli, Vice Presidente della Giunta e Assessore alla Cultura della Provincia di Pescara, che ha considerato questo polo culturale come fucina « della ricerca delle tradizioni locali di cui il territorio provinciale ne ha un gran bisogno ». La Dott.ssa Elena Seller, Assessore alla Cultura del Comune di Pescara, facendo anch’ella gli auguri alla “neonata” e giudicando molto validi i presupposti, probabilmente da ex frequentatrice di Archivi (vista la sua Laurea in Lettere Antiche) ha augurato ai ricercatori di « riscoprire l’anima dell’ immensa mole di carte custodita nell’edificio ». A seguire, la corposa conferenza dell’ Avv. Mario Quinto Lupinetti dal titolo “I d’Annunzio sindaci di Pescara”. Lo stesso avvocato, prima di entrare nel merito dell’ esposizione, assieme al collega Loris Di Giovanni, presidente della proA.S.Pe, ha esteso l’invito ad altre realtà culturali affinché, unendo le forze, si potessero incrementare gli incontri presso lo stesso Archivio e contribuire, così, alla divulgazione di nuove ricerche e la successiva pubblicazione. Messi da parte i convenevoli, la mattinata, come dicevamo, ha inaugurato il ciclo degli incontri a cadenza mensile ed è proseguita, dunque, con la dissertazione sulla famiglia d’Annunzio. Lupinetti, sfoggiando una vasta conoscenza storica, ha spiegato come tale famiglia si fosse spostata, nel 1700, dalla vicina regione Marche alla terra degli Abruzzi (ai tempi ancora sotto il Regno di Napoli), per investire delle risorse economiche in modo più proficuo. Il capostipite della “dinastia”, Francesco Paolo, avrà tre figli: Giovanni, Pietro e Antonio che nel corso degli anni arriveranno ad essere i rappresentanti più facoltosi della città e di conseguenza gli incaricati degli esercizi politici. Giovanni, che diventerà sindaco nel 1827, cercherà di fronteggiare le
finanze dissestate del Comune e i suoi interventi si ricorderanno soprattutto a favore della viabilità pubblica e nei confronti della cittadinanza vessata da inondazioni e grandinate. Pietro, che ricoprì l’analoga mansione dal 1837 al 1840, fu molto apprezzato dall’intero decurionato per la risolutezza e l’efficienza delle sue scelte; Antonio, giunto al potere nel 1860, fu colui che accolse Vittorio Emanuele II in città. La sua abitazione, sita in Corso Manthonè, fece da albergo al nuovo re d’Italia e successivamente da casa a Francesco Paolo Rapagnetta, figlio adottivo al quale destinò tutti i suoi averi alla sua morte (ben 480 mila lire di patrimonio, attuali 50 miliardi di euro). Francesco Paolo, in linea con i suoi predecessori, ricoprì la carica di sindaco e di assessore comunale (lottò molto affinché la linea ferroviaria giungesse nella città, scissa a quei tempi da Castellamare Adriatico) ma sopra ogni cosa è ricordato per essere stato il padre del poeta vate Gabriele D’Annunzio.
La conclusione, affidata al moderatore Mauro Di Cola, ufficio stampa dell’Archivio, ha messo in luce come si possano riscoprire, con impegno e volontà, aspetti nascosti della Pescara settecentesca/ottocentesca secondo l’immaginario comune considerata una terra senza storia e senza passato.
R.M.
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