Nei numerosissimi racconti di cui mi sono interessata negli ultimi anni, catalogati dagli “addetti ai lavori” sotto la felice denominazione di leggende metropolitane, il ruolo rivestito dalla donna è di solito quello del danneggiatore, del carnefice, di colei che arrecherà danni a vittime che risultano essere sempre di sesso maschile: “Un uomo divorziato da poco è andato in un locale per singles dove ha conosciuto una donna molto bella. I due hanno fatto amicizia e sono andati a casa di lui dove hanno fatto l’amore tutta la notte, quando l’uomo si è svegliato, la mattina dopo, la donna se ne era andata. Lui è entrato in bagno e ha guardato lo specchio dove era stato scarabocchiato con il rossetto Benvenuto nel mondo dell’AIDS”. La storia si basa sulla rabbia che la donna avrebbe provato dopo essere stata contagiata da un amante precedente e colta da delirio persecutorio si trasforma in moderno untore contagiando volontariamente partner occasionali, questa leggenda, comunemente identificata in AIDS Mary, appare nelle seconda metà degli anni ’80 quando l’AIDS, diffondendosi nel mondo occidentale, diventa un incubo sociale. Nei primi anni ottanta l’Aids aveva colpito per lo più omosessuali e tossicodipendenti, ma la comunità medica ed i mass media iniziavano ad esprimere la preoccupazione che il contagio si diffondesse presso il resto della popolazione tramite rapporti eterosessuali. Mentre nell’universo consensuale si identifica nella donna la fonte principale del contagio, l’universo scientifico dimostra che nella realtà le possibilità che una donna trasmetta la malattia con un unico rapporto eterosessuale sono del 2% contro il 20% di probabilità dell’uomo.
Un Altro esempio di leggenda metropolitana in cui la donna è la protagonista-danneggiatrice è quella degli amanti incastrati, numerose sono le versioni di questa leggenda, in cui il nucleo di base solitamente è questo: “due amanti sono rimasti incastrati durante un rapporto sessuale… sono costretti a chiamare l’ambulanza, sfortunatamente sull’ambulanza è di turno il marito della donna, che vista la moglie incastrata in quella maniera assurda, sviene- oppure – … il dottore che doveva dividerli era proprio il marito della signora…”
La caratteristica principale di questo genere dal contenuto apparentemente comico, è che la coppia protagonista è solitamente clandestina, ed è composta da una persona coniugata, solitamente la donna, ed un partner che non è il consorte. A dispetto di queste leggende metropolitane, autorevoli fonti mediche hanno sgonfiato l’idea che gli esseri umani possono effettivamente rimanere “attaccati” durante il rapporto sessuale. Queste leggende sembrano riflettere l’idea radicata nella nostra società e comunque in tutti quei paesi di cultura cristiana occidentale, che il rapporto sessuale è un legame dal quale non ci si può staccare. Inoltre i rapporti extraconiugali, fenomeno dalle forti implicazioni sociali, sono teoricamente proibiti, o meglio sono sottoposti al biasimo sociale; e le regole che sovrintendono i rapporti sessuali adulterini sono più rigide per la moglie che per il marito.
Queste storie forse rispondono all’idea dei pericoli derivanti da una smodata sessualità femminile e al timore maschile della castrazione, forma di ansia già ricorrente nelle fiabe del passato, e riscontrato anche da Lèvi-Strauss (pioniere nella ricerca antropologica) in numerosi miti americani, per i quali la donna o certe donne sono l’immagine dell’avidità sessuale o della “ritenzione vaginale”.
“... un uomo d’affari è in viaggio con alcuni colleghi,una sera, in un bar viene adescato da una bellissima donna la quale, dopo una notte appassionata, lo abbandona nella sua stanza d’albergo, senza spiegazioni e con un rene in meno!” Il motivo dell’espianto del rene è riconducibile a quello tradizionale del dito tagliato elemento presente in numerosissime leggende popolari e nelle fiabe tradizionali, anche in questi casi esso è associato ad una figura femminile, quello della maga o della strega...;
Il tema della “demonizzazione della donna” la cui origine coincide con quella dell’uomo, a partire dal mito di Adamo ed Eva, considera la donna come l’incarnazione del male e del peccato, binomio indissolubile di bellezza e crudeltà, sorgente di tentazione a cui l’uomo non può sottrarsi.
Dimostrando atteggiamenti antifemminili; coloro che creano o diffondono tali racconti considerano la donna come una potenziale traditrice, tali leggende “sembrano esprimere sostanzialmente concezioni ed umori maschili…così la donna…prende l’iniziativa, conquista seduce e soprattutto trasforma un incontro amoroso in una esperienza perversa. E’ sempre adultera, concupiscente, insaziabile e viene duramente punita con l’umiliazione pubblica.” La colpevolezza della donna è l’elemento comune , la donna-maga, affascinante ammaliatrice di uomini vittime, donna-strega.
In merito, anche lo stereotipo delle zingare che rapiscono i bambini appare piuttosto diffuso: “ mi hanno raccontato che all’interno dell’ Iper di Città S. Angelo, delle zingare avevano preso una bimba, sono riusciti a ritrovarla all’interno di un camerino di prova era stata legata ad una gamba di una delle donne sotto alla sua lunga gonna, con i capelli già tagliati e i vestiti da maschietto, meno male che la madre della bimba ha fatto bloccare le uscite, e cosi l’hanno potuta ritrovare!”
Un Altro esempio di leggenda metropolitana in cui la donna è la protagonista-danneggiatrice è quella degli amanti incastrati, numerose sono le versioni di questa leggenda, in cui il nucleo di base solitamente è questo: “due amanti sono rimasti incastrati durante un rapporto sessuale… sono costretti a chiamare l’ambulanza, sfortunatamente sull’ambulanza è di turno il marito della donna, che vista la moglie incastrata in quella maniera assurda, sviene- oppure – … il dottore che doveva dividerli era proprio il marito della signora…”
La caratteristica principale di questo genere dal contenuto apparentemente comico, è che la coppia protagonista è solitamente clandestina, ed è composta da una persona coniugata, solitamente la donna, ed un partner che non è il consorte. A dispetto di queste leggende metropolitane, autorevoli fonti mediche hanno sgonfiato l’idea che gli esseri umani possono effettivamente rimanere “attaccati” durante il rapporto sessuale. Queste leggende sembrano riflettere l’idea radicata nella nostra società e comunque in tutti quei paesi di cultura cristiana occidentale, che il rapporto sessuale è un legame dal quale non ci si può staccare. Inoltre i rapporti extraconiugali, fenomeno dalle forti implicazioni sociali, sono teoricamente proibiti, o meglio sono sottoposti al biasimo sociale; e le regole che sovrintendono i rapporti sessuali adulterini sono più rigide per la moglie che per il marito.
Queste storie forse rispondono all’idea dei pericoli derivanti da una smodata sessualità femminile e al timore maschile della castrazione, forma di ansia già ricorrente nelle fiabe del passato, e riscontrato anche da Lèvi-Strauss (pioniere nella ricerca antropologica) in numerosi miti americani, per i quali la donna o certe donne sono l’immagine dell’avidità sessuale o della “ritenzione vaginale”.
“... un uomo d’affari è in viaggio con alcuni colleghi,una sera, in un bar viene adescato da una bellissima donna la quale, dopo una notte appassionata, lo abbandona nella sua stanza d’albergo, senza spiegazioni e con un rene in meno!” Il motivo dell’espianto del rene è riconducibile a quello tradizionale del dito tagliato elemento presente in numerosissime leggende popolari e nelle fiabe tradizionali, anche in questi casi esso è associato ad una figura femminile, quello della maga o della strega...;
Il tema della “demonizzazione della donna” la cui origine coincide con quella dell’uomo, a partire dal mito di Adamo ed Eva, considera la donna come l’incarnazione del male e del peccato, binomio indissolubile di bellezza e crudeltà, sorgente di tentazione a cui l’uomo non può sottrarsi.
Dimostrando atteggiamenti antifemminili; coloro che creano o diffondono tali racconti considerano la donna come una potenziale traditrice, tali leggende “sembrano esprimere sostanzialmente concezioni ed umori maschili…così la donna…prende l’iniziativa, conquista seduce e soprattutto trasforma un incontro amoroso in una esperienza perversa. E’ sempre adultera, concupiscente, insaziabile e viene duramente punita con l’umiliazione pubblica.” La colpevolezza della donna è l’elemento comune , la donna-maga, affascinante ammaliatrice di uomini vittime, donna-strega.
In merito, anche lo stereotipo delle zingare che rapiscono i bambini appare piuttosto diffuso: “ mi hanno raccontato che all’interno dell’ Iper di Città S. Angelo, delle zingare avevano preso una bimba, sono riusciti a ritrovarla all’interno di un camerino di prova era stata legata ad una gamba di una delle donne sotto alla sua lunga gonna, con i capelli già tagliati e i vestiti da maschietto, meno male che la madre della bimba ha fatto bloccare le uscite, e cosi l’hanno potuta ritrovare!”
Commenti
io vorrei col vostro permesso parlor di a proposito di una roba che forse e' un pochino OT, ma eppure io mi piace pensare che una variazione sul tema sara' tollerata. Sono un gentleman di 30 anni, con una insana adorazione per [/color] [url=http://semidicannabis.splinder.com/post/18902997/alcuni-coltivatori]semi autofiorenti femminizzati[/url] [color=#0066cc] e voglio condividere questa interesse anche grazie a questo sito. Ora che mi conoscete, non esitate a inviarmi messaggi.
baci baci
Fede[/color]
io volevo parlor di a proposito di una roba che sicuramente e' un pochino non consono al tema di questo forum, ma nonostante tutto io spero che un po di OT sara' ignorata. Sono una ragazza di 43 anni, con una gigantesca amore per [/color] [url=http://www.angelsofsex.com]le escort[/url] [color=#0066cc] e voglio sviluppare questa interesse per le escort in anche grazie a questo sito. Ora che mi sono presentata, non aspettate a mandarmi inviti.
Ci vediamo
Martina[/color]