Leggende Metropolitane, il libro di Silvana Di Michele
Da anni in Italia si continua a diffondere una storia relativa ad una coppia di turisti che durante una vacanza in un luogo esotico trova un grazioso cagnolino a cui si affezionano a tal punto che decidono di portarlo segretamente in Italia.
Una volta rientrati però, questo cagnolino inizia ad avere atteggiamenti strani; morde violentemente il suo padrone ed ha una fame insaziabile tanto da divorarsi l’amato gatto della coppia, motivo per cui la coppia si rivolge ad un veterinario convinti che il grazioso cagnolino sia affetto da qualche malattia tropicale se non addirittura dalla rabbia ma qui scoprono sconcertati che dalla loro vacanza hanno riportato in Italia come “souvenir” un topo di razza gigante, che ovviamente il medico provvede subito a sopprimere. La trama, nelle linee essenziali si snoda sempre seguendo questo percorso, si segnala il caso in cui il cucciolo è trovato nei pressi del porto di Livorno, luogo dove attraccano navi provenienti da tutto il mondo, suggerisce che l’animale trovato è di provenienza extraeuropea e ciò esprime il terrore per tutto quello che è straniero, come spesso accade nel raccontare leggende metropolitane.
Molto interessante è la teoria della Vincent-Campion (antropologa francese che ha dedicato una serie di ricerche intorno a questo bizzarro costume) secondo la quale questa leggenda suggerisce una corrispondenza emblematica tra l’immigrato e il cane-topo, il quale solo dopo essere entrato nel nostro paese rivela la sua vera natura aggressiva e, particolare ancora più inquietante, il suo pericoloso stato di salute (spesso nella leggenda il topo è affetto da una pericolosissima malattia contagiosa, e va soppresso).
Risulta significativo il fatto che il topo si presenti sotto le mentite spoglie del cane, il nostro più antico animale domestico, infatti essendo il cane strettamente legato al mondo umano, è naturale che i protagonisti della storia in questione non rivelino alcun timore nell’avvicinare il cucciolo e che non si pongano problemi nel decidere di adottarlo.
Questa leggenda può essere interpretata anche come monito per ricordare che gli animali devono rimanere nel loro ambiente naturale, cosi come nel caso della leggenda tanto diffusa sui coccodrilli che vivrebbero nelle fognature di New York.
Le leggende diffuse nel mondo contemporaneo toccano ogni elemento della nostra vita dando consigli o moniti, a seconda del caso, così come si faceva nel passato attraverso le fiabe e i detti popolari.
Una volta rientrati però, questo cagnolino inizia ad avere atteggiamenti strani; morde violentemente il suo padrone ed ha una fame insaziabile tanto da divorarsi l’amato gatto della coppia, motivo per cui la coppia si rivolge ad un veterinario convinti che il grazioso cagnolino sia affetto da qualche malattia tropicale se non addirittura dalla rabbia ma qui scoprono sconcertati che dalla loro vacanza hanno riportato in Italia come “souvenir” un topo di razza gigante, che ovviamente il medico provvede subito a sopprimere. La trama, nelle linee essenziali si snoda sempre seguendo questo percorso, si segnala il caso in cui il cucciolo è trovato nei pressi del porto di Livorno, luogo dove attraccano navi provenienti da tutto il mondo, suggerisce che l’animale trovato è di provenienza extraeuropea e ciò esprime il terrore per tutto quello che è straniero, come spesso accade nel raccontare leggende metropolitane.
Molto interessante è la teoria della Vincent-Campion (antropologa francese che ha dedicato una serie di ricerche intorno a questo bizzarro costume) secondo la quale questa leggenda suggerisce una corrispondenza emblematica tra l’immigrato e il cane-topo, il quale solo dopo essere entrato nel nostro paese rivela la sua vera natura aggressiva e, particolare ancora più inquietante, il suo pericoloso stato di salute (spesso nella leggenda il topo è affetto da una pericolosissima malattia contagiosa, e va soppresso).
Risulta significativo il fatto che il topo si presenti sotto le mentite spoglie del cane, il nostro più antico animale domestico, infatti essendo il cane strettamente legato al mondo umano, è naturale che i protagonisti della storia in questione non rivelino alcun timore nell’avvicinare il cucciolo e che non si pongano problemi nel decidere di adottarlo.
Questa leggenda può essere interpretata anche come monito per ricordare che gli animali devono rimanere nel loro ambiente naturale, cosi come nel caso della leggenda tanto diffusa sui coccodrilli che vivrebbero nelle fognature di New York.
Le leggende diffuse nel mondo contemporaneo toccano ogni elemento della nostra vita dando consigli o moniti, a seconda del caso, così come si faceva nel passato attraverso le fiabe e i detti popolari.
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