Rimane aperta fino al 30 marzo al Museo Archeologico di Sezze (LT) la mostra, “Incontri e dialoghi al Museo”.
La
rassegna si articola in una doppia esposizione: la prima, “Presenze
contemporanee”, presenta i lavori di nove artisti diversi per
generazioni e differenti esperienze espressive; la seconda, “Nel nome
del Padre”, raccoglie disegni, tele e sculture di arte sacra qui
esposte, per la prima volta, insieme ad altre opere conservate nei
depositi del museo. All’inizio del percorso due differenti artiste di
area figurativa. Rosy Bianco mostra un grado di libertà e di autonomia
compositiva pur nel richiamo naturalistico. Al centro del suo interesse
paesaggi assolati e una natura dai colori vivissimi e ben rappresentato
in ogni suo accento poetico. Susy Avallone fotografa la realtà. Il
gruppo di opere che espone appartiene a due filoni fondamentali della
sua attività: il ciclo dei paesaggi e delle nature morte a cui ha
aggiunto, per questa esposizione, un ritratto di Pasolini, dipinto con
una corposità cromatica impastata di luce che da tempo caratterizza
tutta la sua pittura.
Il
percorso prosegue nella Sala dell’Affresco. Rosita Sfischio esalta con
una lettura cristallina, quasi affettiva, il tema del ritratto catturato
nella sua intimità; Anna Maria Tessaro posa lo sguardo sul canto della
natura raccontato con intenso discorso narrativo e dovizia di
particolari; Giovanna Gallo riassume con “Bottiglie” e “Case umanizzate”
il suo mondo fiabesco sospeso tra sogno e realtà. A seguire le sculture
in ceramica raku di Maria Felice Petyx che segnano il progressivo
spostamento verso nuove scelte compositive articolate con esperienze
neofigurative. A sottolineare il passaggio tra la pittura figurativa e
quella astratta i “Muri di carta” di Stefano Sorrentino che aprono
l’inizio di una nuova stagione creativa. Il pittore parmense riprende
forme della tradizione classica e le re-immette nell’attualità dell’arte
caricandole di alti valori simbolici. La prima sezione della mostra si
chiude nella Sala del Mosaico. A confronto i lavori recenti di Angela
Scappaticci e di Fabio Santori. Angela Scappaticci porta avanti una sua
personale ricerca astratta che incarna le nuove sensibilità artistiche
del dopoguerra. Approfondisce la tecnica del cretto con un impasto
cromatico corroso da filamenti segnici. Fabio Santori ha materializzato
la sua fantasia nel legno di riciclo trasformandolo in opera d’arte. Un
giovane con un curriculum artistico in crescendo costante. La seconda
sezione della mostra, “Nel nome del Padre”, allinea opere di arte sacra
di Remo Brindisi e Umberto Mastroianni, e di altri artisti già
consolidati come Marco Diaco, Maurilio Cucinotta, Vincenzo Esposito,
Antonio Galeazzi, in arte Agal, e Abdul Tatari che hanno interpretato
con una poetica personale il cammino della croce.
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