Arlecchino la maschera del profondo, servitor di due padroni

Arlecchino, servo di due padroni, per mangiare a sazietà, intreccia una storia tra equivoci, inganni e guai nella commedia di Goldoni."Diavolo burlone", "buffone" fra saltimbanchi e gli acrobati, Arlecchino, maschera bergamasca, divertente e emblematica, famosa nel mondo come Harlequin e Arlequin, rappresenta l'ombra, le passioni sotterranee che resistono in ogni essere umano, il mistero, un personaggio della commedia dell'arte e uno dei protagonisti del carnevale che provoca risate a ruota libera.

Gli amici di Arlecchino decisero di indossare la maschera l'ultimo giorno di carnevale con gli abiti cuciti dalle loro mamme. Era triste perchè la madre, che era vedova e povera, non poteva comperare la stoffa per il suo vestito. Le mamme degli amici di Arlecchino le regalarono gli avanzi di stoffa così potè confezionare un vestino cucito con tutti i lembi regalati. La mattina del martedi' grasso, quando Arlecchino entrò in classe lo accolsero con un fragoroso applauso perchè il suo vestito, non solo era il più bello ma anche il più originale.




La storia varia, altra versione narra che Colombina cucì il vestito con pezzi di stoffa regalati dai cari amici Pulcinella, Pantalone (tirchio), Meneghino e tutti gli altri della compagnia.


Alcuni tramandano che il suo vestito in origine era tutto bianco, rattoppi con pezzi di stoffa rimediata lo hanno trasformato nel personaggio conosciuto da tutti.


Servo imbroglione, perennemente affamato, la maschera, così come è nota a tutti, nasce a Bergamo con il nome Zan Ganassa, dalla commedia dell'arte di Zanni, caratterizzata da furbizia, burla, passioni sotterranee, da cui saltaron fuori personaggi come Pantalone, Brighella, contaminata dalla farsesca popolare francese.

La figura di Arlecchino è molto antica e pare abbia un'origine diabolica, esaltata proprio nella tradizione francese. Simbolo della ritualità agricola, Arlequin è anche il nome di un demone ctonio, cioè sotterraneo, che guidava un corteo di anime morte. Tutti le maschere affrontano gli DEI pagani con l'arma della burla, superando le paure inculcate.

Le origini emblematiche e pittoresche come il suo vestitino, potrebbero affondare nella mitologia danese e essere stato, addirittura, una donna, Hel, la dea morte. Attraverso la cultura francese Hel diviene uomo, Re Herla, re degli elfi, per poi trovare un'alchimia con l'Arlecchino italiano.

Goldoni inventa la commedia, Il servitore di due padroni, divertente, comica, in cui il colorato personaggio esprime se stesso al meglio sotto il nome di "Truffaldin Batocchio dalle Vallade de Bergamo". Per mangiare, unico scopo serio nella sua vita, intreccia guai, generando equivoci da incontenibili risate.

Arlecchino serve contemporaneamente due padroni in stanze diverse, sfidando le leggi della fisica, perchè ha fame sempre e deve mangiare, alla fine risolve tutto e per amore di Smeraldina riesce a confessare. "Ho fatto una gran fadiga, ho fatto anca dei mancamenti, ma spero che, per rason della stravaganza, tutti si siori me perdonerà".

Nel 1947, Strehler, ebbe enorme successo con un piccolo accorgimento al titolo dell'opera, "Arlecchino servitore di due padroni", in cui l'insaziabile servitore si spoglia del nome Truffaldino e diventa il cardine attorno cui girano tutti gli altri personaggi.

Arlecchino è una figura nodale nella tradizione italiana che porta sulla ribalta le passioni più profonde, i desideri, i difetti con cui l'uomo è obbligato a confrontarsi da sempre, nonostante civiltà, tecnologia e benessere.

NON per nulla il suo migliore amico è Pulcinella.

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