"Il gesto dell'ampolla sottolinea un'identità ma fa perdere il senso della comunità, rappresentato dal tricolore. E' regressivo oltre ad essere storicamente infondato". A parlare così è il filosofo Salvatore Natoli, professore di filosofia teoretica all'Università di Milano-Bicocca, commentando il rito padano dell'ampolla del Po che caraterizza il raduno leghista di questi giorni.
"Il gesto dell'ampolla - spiega Natoli - in sé non è negativo. Certo, è privo di una memoria e una storia e alle sue spalle c'è soltanto un artificio politico. Ma produce anche l'idea della comunità. E questo è positivo. Tuttavia - evidenzia il filosofo - bisogna distinguere tra comunità chiuse e comunità aperte. La dimensione più vera della comunità è segnata dall'accoglienza e dalla tensione verso l'universale".
"Se, al contrario, una comunità è votata alla difesa, tende verso la solitudine e si impoverisce. In questo senso, il gesto dell'ampolla - ribadisce Natoli - è regressivo ed è orientato alla separazione. La comunità rafforza il legame tra gli uomini. Ma se questo legame nasce 'contro' non ha più senso. L'idea dell'ampolla è nata non tanto per creare comunità ma per dare vita ad un'identità di gruppo. E' nata contro".
Il rito dell'ampolla non ha mai avuto un significato storicamente plausibile. E' un'invenzione per fare proseliti in un determinato mondo". Questo il giudizio del filosofo Aldo Masullo. Parlando con l'ADNKRONOS, Masullo spiega che il rito è utile "per dare un segnale di autonomia politica al movimento che di questa ampolla si fregia. E' chiaro - aggiunge - che se è un simbolo soltanto politico, e direi di una politica piuttosto angusta, non può che appassire rapidamente. E le vicende recenti - commenta Masullo - credo che siano tali per far liberare da questa sorta di magia immaginaria anche i più sempliciotti tra i seguaci della religione dell'ampolla".
Non è tutto. Il rito padano non ha, per Masullo, alcun significato filosofico a meno che "non si voglia prendere in esame una sorta di filosofia psicologica delle masse mettendo in piedi una riflessione legata all'invasamento collettivo. Una riflessione che, in ogni caso, può rientrare nella filosofia politica: in altre parole, tra i vari strumenti di cui l'arte politica si può servire - chiarisce il filosofo - c'è anche quello di una liturgia in nome della quale una quota di popolo viene attirata dall'idea di una propria unità che oggettivamente non esiste". Per Masullo, insomma, "questo rito che è al tempo stesso pagano, cristiano e celtico è un tale guazzabuglio di elementi che non può essere considerato nient'altro che un puro e semplice artificio politico di qualità mediocre".
Ma per l'assessore leghista alle Politiche Agricole del Veneto, Franco Manzato, ''il rito dell'ampolla del Po è una forma di riconoscimento di un'area geografica e dà una forte identità per legare i popoli che su questa terra si affacciano. Non va cercata una radice storica''. ''Si tratta di un'area geografica importante - sottolinea Manzato all'Adnkronos - non solo trainante per l'economia italiana, ma fondamentale per l'Unione europea, che la inserisce tra le dieci macroaree industrializzate che rendono competitivo il sistema Europa''.
Secondo l'assessore, il rito dell'ampolla ''non ha significati esoterici, ma serve soltanto a legare fortemente i popoli che vivono e lavorano in quest'area. E' un rito - sottolinea - e come tutti i riti nasce spontaneamente e, se all'interno di questo momento tanta gente ci si riconosce, forse un motivo ci sarà''.
''Si andrà sempre più verso un'autonomia delle grandi aree industrializzate - ribadisce Manzato - già adesso ci sono Stati come la Svizzera, l'Austria, o la Spagna che hanno aree industrializzate autonome finanziariamente. In Italia - sottolinea - un'altra area è il Sud, che però ha altre prospettive e altri mercati rispetto al Nord. In questo senso identità come la Padania devono essere riconosciute velocemente perché se non lo fa l'Italia, lo farà certamente l'Europa'', conclude.
"Il gesto dell'ampolla - spiega Natoli - in sé non è negativo. Certo, è privo di una memoria e una storia e alle sue spalle c'è soltanto un artificio politico. Ma produce anche l'idea della comunità. E questo è positivo. Tuttavia - evidenzia il filosofo - bisogna distinguere tra comunità chiuse e comunità aperte. La dimensione più vera della comunità è segnata dall'accoglienza e dalla tensione verso l'universale".
"Se, al contrario, una comunità è votata alla difesa, tende verso la solitudine e si impoverisce. In questo senso, il gesto dell'ampolla - ribadisce Natoli - è regressivo ed è orientato alla separazione. La comunità rafforza il legame tra gli uomini. Ma se questo legame nasce 'contro' non ha più senso. L'idea dell'ampolla è nata non tanto per creare comunità ma per dare vita ad un'identità di gruppo. E' nata contro".
Il rito dell'ampolla non ha mai avuto un significato storicamente plausibile. E' un'invenzione per fare proseliti in un determinato mondo". Questo il giudizio del filosofo Aldo Masullo. Parlando con l'ADNKRONOS, Masullo spiega che il rito è utile "per dare un segnale di autonomia politica al movimento che di questa ampolla si fregia. E' chiaro - aggiunge - che se è un simbolo soltanto politico, e direi di una politica piuttosto angusta, non può che appassire rapidamente. E le vicende recenti - commenta Masullo - credo che siano tali per far liberare da questa sorta di magia immaginaria anche i più sempliciotti tra i seguaci della religione dell'ampolla".
Non è tutto. Il rito padano non ha, per Masullo, alcun significato filosofico a meno che "non si voglia prendere in esame una sorta di filosofia psicologica delle masse mettendo in piedi una riflessione legata all'invasamento collettivo. Una riflessione che, in ogni caso, può rientrare nella filosofia politica: in altre parole, tra i vari strumenti di cui l'arte politica si può servire - chiarisce il filosofo - c'è anche quello di una liturgia in nome della quale una quota di popolo viene attirata dall'idea di una propria unità che oggettivamente non esiste". Per Masullo, insomma, "questo rito che è al tempo stesso pagano, cristiano e celtico è un tale guazzabuglio di elementi che non può essere considerato nient'altro che un puro e semplice artificio politico di qualità mediocre".
Ma per l'assessore leghista alle Politiche Agricole del Veneto, Franco Manzato, ''il rito dell'ampolla del Po è una forma di riconoscimento di un'area geografica e dà una forte identità per legare i popoli che su questa terra si affacciano. Non va cercata una radice storica''. ''Si tratta di un'area geografica importante - sottolinea Manzato all'Adnkronos - non solo trainante per l'economia italiana, ma fondamentale per l'Unione europea, che la inserisce tra le dieci macroaree industrializzate che rendono competitivo il sistema Europa''.
Secondo l'assessore, il rito dell'ampolla ''non ha significati esoterici, ma serve soltanto a legare fortemente i popoli che vivono e lavorano in quest'area. E' un rito - sottolinea - e come tutti i riti nasce spontaneamente e, se all'interno di questo momento tanta gente ci si riconosce, forse un motivo ci sarà''.
''Si andrà sempre più verso un'autonomia delle grandi aree industrializzate - ribadisce Manzato - già adesso ci sono Stati come la Svizzera, l'Austria, o la Spagna che hanno aree industrializzate autonome finanziariamente. In Italia - sottolinea - un'altra area è il Sud, che però ha altre prospettive e altri mercati rispetto al Nord. In questo senso identità come la Padania devono essere riconosciute velocemente perché se non lo fa l'Italia, lo farà certamente l'Europa'', conclude.
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