La Gnosi e la Pistis Sophia

Il teologo e scrittore Amedeo Gaetani in questo articolo spiega la Gnosi e la Pistis Sophia. Gaetani è autore di due libri quali Incarnazione e Dogma allo specchio.

Se da una parte la Conoscenza è alla base dell’insegnamento di Gesù di Nazareth e molti sono i riferimenti evangelici, d’altra parte, dopo l’esistenza terrena del Maestro, molti scritti apocrifi, di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente, hanno affinato e, per certi versi, reso di difficile interpretazione il messaggio originario di Gesù. La Gnosis di Gesù è una conoscenza che fa riferimento all’uomo, nel suo rapporto con la divinità presente nel suo cuore: L’uomo-donna che conosce se stesso trova in sé l’energia divina che lo spinge ad amare. Nelle parabole evangeliche Gesù parla, in modo molto semplice, proprio del rapporto profondo Dio-umanità.

Nel prosieguo della riflessione gnostica post-apostolica, molti esponenti di questa scuola, ne cito uno per tutti, Valentino, spostano l’asse della Gnosis sulla Conoscenza dei misteri divini, deviando così dal percorso che Gesù aveva indicato per far si che ogni uomo-donna conoscesse se stesso. Da una conoscenza antropologica (Gesù) si passa ad una conoscenza dai forti connotati teologici (Valentino).

La Pistis Sophia è uno di questi documenti che tratta di realtà misteriose, quelle stesse realtà che Gesù racconterebbe di aver incontrato nel suo percorso di Kenosis (abbassamento) dallo stato divino a quello umano (Incarnazione). Ne consegue una descrizione molto difficile da comprendere , dove si racconta che Gesù stesso descriva dettagliatamente tutto ciò che egli stesso ha conosciuto prima di incarnarsi.

Si afferma che Gesù, dopo la sua resurrezione, sia rimasto per ben undici anni con i suoi discepoli, tra cui anche Maria su madre, Maria di Magdala e altre donne, per istruirli sul cosiddetto mondo di luce. Egli parla adesso non più come il figlio dell’uomo ma come il Cristo glorificato che ha la piena Conoscenza. Gesù risorto chiama il Padre con il nome di Primo Mistero.

Riporto una parte di un suo discorso:<< Ecco, io ho indossato il mio vestimento ed ogni potere m’è stato dato dal Primo Mistero. Ancora un poco ed io vi dirò il mistero del Plèroma (la pienezza della vita divina) e il Plèroma del Plèroma; io non vi nasconderò nulla da quest’ora ma vi perfezionerò nell’intero Plèroma e in ogni perfezione di ogni mistero; le quali cose invero sono la perfezione di tutte le perfezioni, il plèroma di tutti i plèroma e la Gnosi (Conoscenza) di tutte le Gnosi che sono nel mio vestimento. Io vi dirò tutti i misteri dall’esterno degli esterni all’interno degli interni. Ascoltate, io vi dirò tutte le cose che mi sono accadute>>.

E così inizia una narrazione di tutte le cose che ha visto e conosciuto nella sua discesa verso il mondo; come sia passato attraverso i globi di luce, gli Eoni che sono stati di emanazione del Primo Mistero. Incalzato dalle domande di Maria sua madre e di Maria di Magdala il Cristo risorto racconta il suo percorso di incarnazione-passione-morte-resurrezione. Negli scritti gnostici in genere, si fa capire chiaramente che la Maddalena sia la sua compagna, la prediletta anche nei confronti degli apostoli, i quali, per questo motivo, specialmente Pietro, la vedono come un’avversaria.

L’itinerario di Sophia è la metafora dell’Incarnazione del Logos: Il distacco dal Plèroma, la Kènosis (abbassamento-annientamento), l’attraversamento di zone tenebrose, vale a dire le sfere celesti dominate dall’Arrogante (il male), l’abbassamento estremo verso l’assunzione di un corpo, da cui liberarsi al più presto perché ritenuto una degradazione dell’Energia divina; la passione-morte-risurrezione con forte connotazione redentiva riferita al peccato originale e, infine, la risalita nella Gloria accanto al Primo Mistero.

Questa visione redentiva dell’incarnazione è contraria al messaggio di Gesù di Nazareth. Gesù ha predicato un messaggio, certo di liberazione, non però dal peccato originale ma dalla legge religiosa ebraica che schiavizzava l’uomo e non lo rendeva libero così come invece era originariamente.

E impossibile descrivere tutto l’itinerario che viene raccontato nella Pistis Sophia e così ho cercato di descriverne in breve l’essenziale.

Quasi tutti gli scritti gnostici, ad eccezione del vangelo di Tommaso, fanno riferimento alla Conoscenza dei Misteri divini, mentre l’intento di Gesù era insegnare la Conoscenza del mistero dell’uomo. Il fine è certamente lo stesso: Conoscere Dio e farne esperienza. Ma Gesù ha scelto la strada più semplice: Solo passando attraverso la conoscenza di se stessi si può conoscere Dio. La Gnosis più tardiva rispetto a Gesù ha descritto la Conoscenza di Dio a prescindere dalla Conoscenza di se stessi.

Commenti