Il mito del Demonio

Amedeo Gaetani Teologo e scrittore


Presenta il primo di 5 articoli - l'intento dell'autore è quello di essere d'aiuto ai credenti spaventati da mostri inesistenti. Amedeo mi ha chiesto nella sua lettera: "valuta tu se è il caso di pubblicarli".
Io ho valutato e non posso censurare un'espressione di libertà.
Il libri pubblicati da Amedeo Gaetani
Dogma allo specchio
Rupe mutevole edizioni
Incarnazione



Il mito del demonio I parteScrivo a beneficio dei credenti spaventati dai mostri inventati dalla chiesa. Nella nostra Coscienza abitano mostri indotti dall'educazione religiosa ricevuta fin dall'infanzia. Bisogna, quindi, liberarsi da queste presenze negative che condizionano la nostra ricerca di Dio nel profondo di noi stessi. Ora, il problema vero sull'esistenza o meno del demonio nasce dall'ignoranza dei Vangeli. Se si riesce a dimostrare, come è dimostrabile nei Vangeli, che, quelli che noi chiamiamo satana, diavolo, demonio, nel testo greco primitivo non hanno gli stessi significati che gli sono stati attribuiti dai traduttori in lingua italiana, la fede in Gesù di Nazareth e nel suo insegnamento, eminentemente Umanistico, riceve nuovo vigore e diventa ciò che in verità era originariamente: Un messaggio d'Amore Universale. Amore Cosmico-Motore dell'Evoluzione. Esaltatore dell'Uomo-Donna e delle sue potenzialità interiori inespresse.


Il Maestro di Nazareth è il Vero Amante dell'Umanità. Colui che ha Umanizzato Dio perché ogni Uomo-Donna posa svelare la Divinità che porta in sé.
La chiesa, invece, ne ha fatto un leader religioso e ne ha sacralizzato la figura, staccandola dal contesto genuinamente umano che lo stesso Gesù, a fatica, si era costruito, donando agli uomini la nuova speranza di un'emancipazione delle proprie potenzialità donategli dal Creatore.
Gesù in tutta la sua faticosa predicazione pubblica ha letteralmente demolito la religione che creava automi acefali, denunciando gli scribi, i farisei e i sacerdoti dell'epoca, per aver ridotto l'essere umano ad una larva non pensante ma soltanto obbediente a falsi leggi attribuite a Dio.
La chiesa ha ripercorso e continua a ripercorrere questa strada e lo fa in nome di quel maestro che aveva lottato proprio contro la religione, meritandosi la morte.
Per mantenere questo status, lungo i secoli, la chiesa ha dovuto dunque inventarsi delle presenze inquietanti, il demonio e l'inferno, che tenessero a bada ogni velleità di Conoscenza che potesse portare l'Uomo alla Consapevolezza della sua Libertà interiore e della sua autodeterminazione nella vita sociale, senza capi umani a cui obbedire ciecamente.
Facendo questo la chiesa ha indotto nella Coscienza umana paure a non finire: Paura di Dio, del demonio, dell'inferno. Paura della Vita stessa che, uscita come un prezioso gioiello dalle mani del Creatore, è stata insozzata da pensieri negativi a tal punto da creare nelle menti delle persone sfiducia per i propri simili. Non è azzardato dire che la chiesa ha modellato gli uomini in modo tale da creare, in essi, odio reciproco. La delinquenza stessa è aumentata a dismisura a causa di quest'opera di persuasione occulta tendente a insinuare nella Coscienza umana una sfiducia reciproca tra esseri della stessa specie. Se noi oggi conosciamo quell'espressione “homo homini lupus” lo dobbiamo all'opera di disumanizzazione della chiesa.
Un modo subdolo per fare dell'uomo, primordialmente buono, un essere cattivo a cui poter poi rinfacciare la sua cattiveria come conseguenza di un peccato originale inventato di sana pianta e che giustificasse la peccaminosità dell'uomo e la necessità che quest'ultimo, in forza della presa di coscienza della propria origine segnata dal peccato, potesse essere purificato dalla chiesa attraverso i sacramenti e creare così, nella sua coscienza, una forte dipendenza con chi poteva liberarlo da questa situazione penosa. Non solo. Ossessionando l'uomo con la presenza del demonio, che sarebbe stato l'artefice della sua rovina originaria, ha portato l'uomo stesso ad impegnarsi in una lotta ad oltranza contro questo immaginario personaggio che vuole la sua rovina.




In questa maniera l'uomo è stato indotto a porre la propria attenzione esclusivamente sulla lotta contro il demonio, durante tutto il corso della vita, per evitare di dannarsi all'inferno eterno e guadagnare il paradiso. Gli è stato anche detto, per secoli, che la sua lotta contro il demonio era persa in partenza, per cui aveva bisogno del sostegno sacramentale continuo.
Nel caso che, durante questa lotta contro il demonio, qualche spirito maligno, approfittando di qualche distrazione da parte di Dio, riuscisse a possedere qualcuno, ecco l'esorcista di turno pronto a cacciare il demonio dal cuore dell'uomo.
Da qui l'esortazione alla partecipazione assidua alla messa domenicale arricchita, si fa per dire, di monizioni moralistiche e prescrizioni religiose, partecipazioni a Vie crucis, novene in onore di tal santo protettore o della madonna che richiamasse alla verginità e quindi all'astensione dal sesso fuori del matrimonio, adorazioni eucaristiche, preghiere incessanti e ripetitive, messe a ripetizione, con annesse offerte incorporate degne della più becera simonia, messe per i defunti, per assicurarsi che potessero, in virtù di queste, andare dritti in paradiso, sacrifici e penitenze.
Ovviamente l'uomo credente, occupato da queste “prestazioni privilegiate per vincere il demonio”, è stato sviato magistralmente dalla sua vera vocazione, quella di conoscere se stesso e le sue grandi doti interiori donategli dal Creatore per costruire un Mondo dove tutti possano essere felici e sorridere alla Vita.


Solo così la chiesa, non voluta da Gesù, così come risulta dai vangeli in greco e, per altro, socialmente inutile, poteva ritagliarsi un posto di prestigio all'interno del contesto sociale, per la propria sete di potere e di gloria mondana ammantata di religione.
Ecco come la chiesa ha operato nei secoli e continua ancora ad operare, aiutata dalla totale indifferenza da parte dei poteri forti che, anzi, hanno un valido sostegno, nell'opera di appiattimento ideologico ancora in essere, da parte di questo granitico monolite, la chiesa cattolica, verso cui nessuno oserebbe rivolgere parole di condanna, quanto piuttosto mielose e vomitevoli manifestazioni di affetto, pur sapendo tutti come ha operato storicamente e come continua ad operare attraverso i vescovi, che sembrano i soli depositari della verità.

Allora, per ridare all'Uomo-Donna la dignità propria della Natura Umana, così deturpata da una chiesa che poggia le sue ragioni sulla cosiddetta “Sacra Scrittura” tradotta malissimo e manipolata nei suoi punti cruciali, l'unico modo per svergognare coloro che sembrano non avere vergogna per le malefatte messe in atto, è sgombrare il campo dalle false traduzioni bibliche con le quali la chiesa, pietrificatasi su se stessa, è proprio il caso di dirlo visto che il papa è Pietro, pretende di governare avendo la malvagia intenzione di pietrificare anche il mondo.
Dopo questa doverosa introduzione riusciremo a capire più facilmente ciò che andremo a scoprire in questa breve analisi dei testi greci dei vangeli.
Partiamo dal capire come sono venuti fuori questi termini daimon, satan, diabolos, nella traduzione dei LXX (i settanta sapienti di Israele che tradussero le Scritture in Alessandria d'Egitto nel III-II secolo a.c.) dall'Ebraico in Greco, per l'Antico Testamento e poi considereremo direttamente i Vangeli redatti in lingua Greca.




Se diamo per assodato che il demonio esiste è facile attribuirgli tutto il male di questo mondo, anche se, sinceramente e usando la logica, è assurdo che il Padreterno permetta che questo presunto essere immondo lavori per far soffrire gli esseri umani e Lui non muova un dito per difenderli. Allora come è nato primitivamente il termine “daimon”? Che cosa significava nell'A.T. il termine “satan”? E il termine “diabolos” (che è la traduzione greca di satan) che cosa significava veramente nei Vangeli in Greco?




Faccio un esempio pratico per dimostrare che i Vangeli vanno letti tenendo conto del tempo storico in cui sono stati scritti: Quando si legge nel Vangelo che alcuni discepoli di Gesù vanno da Lui per dirgli che Erode lo cerca, ebbene Gesù risponde: “Andate a dire a quella "volpe" che io devo predicare oggi e domani......” In italiano noi troviamo la traduzione “volpe” e, in effetti, la traduzione è buona: Gesù ha nominato proprio la volpe. Il problema non è il termine che Gesù usa ma il "senso" che questo termine trasmette alla mente dei suoi contemporanei. Oggi noi quando pensiamo alla volpe pensiamo ad una persona furba-scaltra. Non è così al tempo di Gesù. Gesù ha detto "volpe" certo; la volpe, però, al tempo di Gesù era sinonimo di “criminale". Vedete come la differenza di senso rischia di travisare il significato del termine stesso?




Lo stesso dicasi per "daimon". Non dobbiamo vedere cosa significa per noi oggi ma cosa significava per Gesù e per i suoi contemporanei. Quando i LXX tradussero la Bibbia dall'Ebraico in Greco, dato che si trovavano in terra straniera (Alessandria d'Egitto), trovarono nella Torah (la legge ebraica) molti termini non ebraici, entrati a far parte della Scrittura e che ormai facevano parte della tradizione ebraica della diaspora, dopo l'ultimo esilio in Babilonia. I LXX tradussero questi termini incomprensibili (fauni, centauri, sirene: presenze immaginarie) con "daimon".


Non solo.


Daimon a quel tempo aveva un significato positivo. In Socrate il daimon aveva significato di spirito umano buono, nume tutelare, spirito divino guida. Gli autori ebrei però, pur avendo fede nel Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, ritenevano che tutti gli altri esseri fossero opposti al Dio del bene. Era dunque, per loro, di facile deduzione che questi termini tradotti con daimon-daimonion descrivessero una sorta di semidei cattivi da opporre all'unico Dio. Non dimentichiamo che gli ebrei oltre a credere in Dio, non lo ritenevano unico ma credevano in altri dèi extrabiblici che, però, erano necessariamente inferiori, in potenza, al Dio d'Israele. Da questa concezione del Dio d'Israele, a cui vengono sottomessi gli altri dèi dei popoli extrabiblici e a cui vengono affibbiati, dai LXX, il nome “daimon”, nasce l'idea di un essere spirituale malvagio, ovviamente opposto a Dio. La mentalità ebraica, dunque, presente anche nei LXX, trasforma in negativo il termine daimon che di per sé era positivo. In altre parole, se gli dèi degli altri popoli, presenti negli scritti sacri, vengono tradotti “daimon” e se, nello stesso tempo, sono opposti al Dio buono d'Israele, se ne deduce che questi “daimon” sono esseri malvagi opposti a Dio. Il problema si acuisce quando
S. Girolamo accosta questo termine al suo fantomatico Lucifero di cui nella Bibbia Ebraica non c'è traccia. Ma è proprio Girolamo che, traducendo male Isaia 14,12, fa credere che, colui che è caduto dal cielo (come Isaia disse di Nabuccodonosor) in effetti è un angelo ribellatosi a Dio prima della Creazione.


Capite l'inghippo?


Isaia parlando sarcasticamente a Nabuccodonosor afferma: ”Sei caduto dal cielo stella del mattino”? (Hellel). Isaia voleva semplicemente dire al Re che il suo regno era in declino. I LXX traducono "eosforos"( portatore di luce): Girolamo invece fa nascere qui il “Lucifero" che, letteralmente, vuol dire proprio portatore di luce ma dà a questo essere una connotazione malvagia dicendo che è un angelo decaduto, servendosi del daimon dei LXX, mentre Isaia si riferiva a Nabuccodonosor e non ad un presunto angelo ribelle a Dio. Dunque la favola dell'angelo decaduto nasce da Girolamo. Più tardi il daimon verrà accostato a Lucifero. Per questo motivo oggi quando si parla di Lucifero si pensa al demonio.


La stessa cosa dicasi per "satan" e " diabolos".




Continueremo il discorso nel prossimo articolo.

Commenti

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