Francesco Di Rocco: CULTURA E TERREMOTO….

L’Italia è un paese,che quanto più si scopre,tanto più ci si accorge di quanto sia strano…E’ bastato un terrificante terremoto per accorgersi che l’Abruzzo è una regione meravigliosa.E non solo per i suoi paesaggi ma soprattutto per la sua vivacità.
Pittura,musica,poesia,letteratura,teatro sono patrimonio irripetibile di una regione che tanto ha dato e da alla nostra sciagurata nazione.Ma un terremoto naturale,seppur con morte distruzione,sangue,lacrime pianto,prima o poi,con la volontà degli uomini può diventare un ricordo,perché si può ricominciare…ma se a sparire è la cultura,muore
la memoria,e la storia degli uomini diventa uno scarabocchio senza senso sulla pagina della dignità,e l’identità viene mortificata,e gli uomini diventano vuoti scheletri pieni di polvere .
Sta succedendo questo in regione,e Pescara,città simbolo di un intero popolo, storicamente senza identità,perché è la summa virtuosa di tutta l’identità regionale,come un microcosmo cosmopolita,soffre sulla sua pelle le ferite di questa cultura che muore.
Succede,in quel di via Gobetti-(illustre intellettualità che ha dato la sua gioventù per la libertà)…un piccolo grande teatro pescarese,il TEATRO IMMEDIATO,nato quattrro anni fa dalla follia creativa di alcuni artisti del palco,e dall’idea di quel folletto geniale di EDOARDO OLIVA,che ha prodotto spettacoli per le eccelenze intellettuali cittadine,sostenuto da se stesso e da contributi di enti pubblici,ha allietato le menti migliori della città,…,succede…,dicevamo che tutto questo lavoro corra il serio rischio di essere inghiottito dal peggiore di tutti i terremoti,quello economico.
Allora,potrebbero spegnersi i fari per sempre…(for ever,diceva Shakespeare)…e sarà buio,non sul teatro stesso,ma sulla cultura cittadina,e un altro pezzo di memoria sarà ghermita dall’oblio.e sulle ceneri dell’amore,della passione,soffierà il vento gelido della notte abissale.
Noi,gente di teatro,attori,registi,autori,spettatori,ci schieriamo per Edoardo,Ezio,Enzo,Ennio,Vincenzo,perché non devono morire,perché
morirebbe la parte più nobile di noi, il piccolo,immenso Teatro Immediato.
Ma,noi,quelli di sempre,sognatori,-perdenti per il mercato-, vanto di una Pescara vivace,desiderosa di beltà ,siamo vessilliferi di una cultura immortale,e sappiamo che il TEATRO IMMEDIATO,vivrà a regalarci negli anni a venire intelligenza,genialità,un luogo ove lo spettatore possa ritrovare latitudini impensabili,il luogo dove i mediocri non osano,un angolo nascosto di civiltà, dove la parola ha il suo regno incontrastato,e nulla,se non sé stessa può contaminarla.
Non cadrà il Teatro Immediato,nel terremoto economico.Tornerà il piccolo palco di via Gobetti agli splendori di sempre,perché nessuno,l’abbandonerà,perché lasciar morire un teatro è togliersi il sangue .
Non cadrà!A Pescara, di cadute ne sanno qualcosa molti gruppi teatrali,perché da circa trentacinque anni,c’è un gruppo,forse più d’uno, e qualche individuo,che vanno sotto l’espressione dei “SOLITI NOTI”,che prendono a piene mani contributi,perché coperti da bandiere politiche o di potere,che puntualmente si riciclano a seconda del colore,con la solita sfaggiataggine da prostituta per tutte le stagioni.Non il Teatro Immediato,che di suo ha la genialità di sapersi porgere a pubblici attenti,e non a sale vuote nè parlarsi addosso come schizofrenici manichini che non danno emozioni.
La mancanza di fondi regionali,peraltro giustamente devoluti ai terremotati,rischia di far chiudere espressioni di alto valore culturale,come il nostro teatro…E dunque è compito nostro,non di altri,far vivere la gemma,basta mettere mani alle proprie tasche per far vivere tutto il bello del progetto della banda del teatro IMMEDIATO….

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