Montesilvano! Non ho mai saputo il vero significato di questo nome, il perché di questo Silvano. Forse un giorno qualcuno me lo spiegherà. Molte volte capita di non conoscere il vero significato di una parola, il motivo del suo esistere, l’origine etimologica, però ci basta sentirne il suono o semplicemente assaporare con la punta della lingua quei pochi fonemi per creare in noi una emozione, una sensazione fatta di richiami inconsci o di normali ricordi sopiti. Tutt’ora mi basta solo pronunciare quel nome così famigliare per sentire dei piccoli brividi su tutta la schiena, una lieve sensazione mista tra la spensieratezza e l’euforia. Ho passato tutta la mia adolescenza tra le vecchie strade di Montesilvano e certe cose non si dimenticano facilmente: chi può dire di non avere anche un solo nitido ricordo della propria adolescenza. Era solito, da ragazzi, incontrarci alla vecchia stazione ferroviaria per giocare con tutto ciò che il paesaggio ci offriva: mettere le monetine sui binari, aspettando l’arrivo dei treni, per poi scoprire quale strana deformazione aveva acquistato quel piccolo cerchietto luccicante era uno dei giochi che preferivo. Gli anni passavano, le monetine finivano, e da una vecchia e ormai inadeguata stazione nacque un moderno e lussurioso terminal per i treni. Sotto la nuova costruzione ci fecero passare due brevi sottopassaggi, bloccati entrambi da due enormi cubi di cemento armato, anch’essi vittima di progetti forse un po’ troppo avventati, strade che non hanno mai portato a nulla. E così, per noi giovani il nuovo gioco era ormai pronto per essere consumato. Ci ritrovavamo sotto questi ponti, privi di illuminazione, privi di passanti, privi di allegria, ed anche noi eravamo privi di tutto, tranne allegria, ed anche noi eravamo privi di tutto, tranne qualche chiacchiera eufoallegria, ed anche noi eravamo privi di tutto, trannerica e una dozzina di bottiglie di birra, tutti noi occupati a bere e a seguire a stento una scordata chitarra molte volte profuga di attenzioni. Montesilvano. Da allora poco è cambiato. Forse chi ha sempre e solo attraversato la nostra città costiera avrà notato qualche cambiamento: nuovi palazzi, tutti colorati, tutti in vendita, cantieri ovunque, strade fatiscenti che come al solito portano sempre verso il nulla.
Montesilvano: uno spazio da occupare, un numero da raggiungere. Montesilvano è piena di strade, di viali belli ed alberati, con alte palme costose ormai immune da qualsiasi malattia, strade interrotte senza logica, strade che portano verso altre strade in un gioco infinito fatto di strade. E così anche oggi i ragazzi continuano a frequentare le strade, le piazze, ad andare la sera per il lungo mare, a scherzare con le prostitute, in fondo impauriti da ogni sagoma in movimento, da ogni penombra.
A Montesilvano i figli crescono e i genitori continuano a mangiare grosse crostate di marmellata. Ogni uomo è figlio della propria esperienza. Se solo chi ci amministra fosse in grado di capire che è più importante una biblioteca, una emeroteca, un teatro, luoghi d’incontro sperimentali capaci di mettere a confronto chi non si sente di mettersi a confronto, delle scuole accessibili, dare l’esempio per il rispetto del prossimo, piuttosto che mangiare, sempre, delle grasse crostate di marmellata. Ahimè, Montesilvano è povera di cultura e di arte. Vedete, se crescete dei figli che sono soliti consumare i loro pomeriggi fumando sigarette e bevendo per passa tempo, senza tregua, perché non hanno nessun tipo di scelta per il loro futuro, la città crescere inesorabilmente un determinato tipo di individui. Ma se invece qualche ragazzo, non tutti sicuramente, decidesse di passare qualche pomeriggio in biblioteca, a seguire qualche attività didattica e ricreativa “interessante” per i giovani, e non per chi le idealizza, vedete, forse qualche ragazzo potrebbe un giorno essere orgoglioso di essere nato a Montesilvano. Quando ero piccolo c’erano molti odori per le strade di Montesilvano. Ora spero solo che le puzze non aumentino più di quanto già ci infastidiscono.
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