Quando la scienza incontra la filosofia

Gli ultimi giorni per gli appassionati di fisica sono stati clamorosi per la messa in funzione dell'acceleratore di particelle del Cern di Ginevra. LHC è il più grande acceleratore del mondo, è un anello di ben 27 km. La ricerca del Cern mira a ricreare le condizioni del Big Bang e a dimostrare l'esistenza del bosone di Higgs, detto anche “particella di Dio”.
I progressi nella ricerca scientifica sono stati accelerati dalla fisica dei quanti. La quantistica sembra apparire un campo terreno sublime in cui filosofia e scienza si incontrano. Ed è interessante osservare che oggi la scienza sempre più spesso conferma quello che antichi popoli, saggi, filosofi e spiritualisti hanno creduto sin dai tempi più remoti.
Ad esempio, per ricreare le condizioni del Big Bang, è necessario che due fasci di particelle subatomiche (o protoni o ioni di piombo) girino in direzioni opposte all’interno dell'acceleratore circolare, producendo energia con ogni giro. Questo meccanismo viene descritto nel “Tao Te Ching”, in termini spirituali e filosofici: il tutto è generato dalla tensione energetica di due forze opposte yin e yang, create dal Tao.
Altrettanto intrisa di spiritualità è la ricerca del bosone di Higgs, chiamato anche “particella di Dio”, (1983): si teorizza che permei l'Universo e dia massa a tutte le altre particelle. Nelle filosofie gnostiche del terzo secolo si indica la figura della Sophia ( Sapienza, filosofia, amore per la conoscenza), come ultima emanazione divina che provocando l'instabilità nel mondo divino ( Pleroma) crea la materia. Inoltre questa figura archetipica, ricorrente nelle principali religioni mondiali, che spinge alla creazione della materia, rappresenta anche la scintilla divina presente in ogni cosa.
Attraverso la meccanica quantistica alcuni astrofisici hanno ipotizzato che i buchi neri, vortici celesti intrisi di una forza gravitazionale, possano essere delle porte spazio temporale attraverso le quali viaggiare nel passato. Le antiche popolazioni irlandesi hanno lasciato ai posteri, dopo 3500 anni, simboli incisi sulle pietre ( Tara, Newgrange, Hill of Witch) raffiguranti i corpi celesti del nostro sistema solare. Un simbolo in particolare, la spirale, rappresenta il passaggio da un mondo all'altro.
Nella quantistica si parla spesso di mondo, antimondo e interstizio, ovvero la nostra realtà, il nulla e il negativo della nostra realtà. L'esistenza simultanea di mondi paralleli è alla base della pensiero sciamanico, orientale e mediorientale. Basti pensare allo sciamanesimo sud americano in cui la figura dello stregone funge da mediatore con i mondi degli spiriti.
La scienza del 2000 ci fa sperare di viaggiare nel tempo, di poter conoscere le proprie radici, di poter comunicare con altri mondi. La credenza popolare da sempre attribuisce alla magia tutti quei fenomeni che non si conoscono e sono ancora inspiegabili. La scienza quantistica sta cercando di decodificare le leggi della natura per vincere le paure dettate dall'ignoranza. Sembra che voglia soprattutto rispondere alle domande fondamentali della filosofia: chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando.

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