Intervista a Simona Camplone autrice de “Il telaio della dimora degli oscuri”

Lei è un avvocato ed è una brava scrittrice piena di entusiasmo e idee. Ama a tal punto i libri da essere un punto di riferimento per coloro che vorrebbero imparare a scriverne uno; infatti spesso organizza corsi di scrittura.
Simona Camplone è autrice del giallo esoterico “Il telaio della dimora degli oscuri”,
in cui corrono pensieri importanti e citazioni classiche sulle quali meditare.
La protagonista del libro è un giovane avvocato curioso, Viola, che non abbandona mai il filo di razionalità che la lega alla realtà. La sciarada del libro: una casale maremmano (La dimora degli oscuri); Davide, il tenutario del casale, l’uomo dei sogni di ogni donna, bel tenebroso a cavallo di un Harley; un antico manoscritto del 1221, attribuito ad una strega.
D. Quanto c’è di Simona in Viola; quanto c’è di Viola in Simona?

R. Essendo un primo lavoro, inevitabilmente è presente qualcosa di autobiografico nella storia che ho raccontato. Quelli che mi conoscono bene dicono che Viola mi assomiglia, per certi versi. Per altri , invece, ho descritto lati del suo carattere che vorrei avere io, come l’audacia che spesso manca perché in questo nostro tempo è molto facile avere tante idee, ma spesso non ci sono gli strumenti per attuarli. Attraverso la scrittura, in parte, è possibile farlo.


D. Davide è un uomo interessante, archetipo di sensualità maschile. Esiste nella realtà?
R .E’ una domanda che mi fanno spesso. E’ stato ispirato da una persona vera, autentica, ma per il resto è frutto della mia fantasia. Piacerebbe anche a me incontrare un tipo così….


D. A parte gli scherzi come è nata la figura di Davide?
R. E’ nata dalla necessità di inventare un protagonista che avesse lo spessore intellettivo di Viola, che ha una personalità molto forte, e che non fosse solo la sua ombra. Una persona però anche contraddittoria e sufficientemente misteriosa da poter dialogare con un animo sensibile e delicato come quello della protagonista femminile.


D. “…l’amore non è mai una questione tra due individui. C’è un ulteriore presenza…” che si frappone tra te e la persona amata: te stesso. Questo è un concetto cardine nella storia del libro: è un principio di tutte le storie d’amore?
R. Secondo me si, è molto difficile, al giorno d’oggi, distaccarsi completamente da ciò che si è, dai propri individualismi, per donarsi completamente all’altro. Ma è un obiettivo al quale si dovrebbe tendere:è questo che chiede l’amore, quando esiste davvero. Gli altri sono surrogati.


D. Nel libro si accenna alla reincarnazione. Tu credi che l’anima possa percorrere un ciclo di vite e in ognuna vestirsi di un corpo diverso?
R. Si, anche se non necessariamente nelle forme classiche di individui rappresentati dalla cinematografia. Credo che il patrimonio umano di ogni persona sia troppo ricco per essere esaurito nell’arco di una sola vita e all’interno di un unico corpo.


Io ti ringrazio Simona, spero che presto organizzerai dei corsi di scrittura al Bookcafè.

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